Le tante sfaccettature delle Marche passano anche attraverso i numerosi borghi certificati disseminati su tutto il territorio. Visto il caldo esploso in questi giorni vi proponiamo una selezione che vi permetta di poterli ammirare in abbinamento alla freschezza di una cascata d’acqua. Il tutto per darvi una alternativa al mare, scoprendo le bellezze di un Borgo più bello d’Italia piuttosto che una Bandiera arancione o verde, facilmente raggiungibile e con un “cuore” di acqua fresca che sgorga direttamente dalla natura.
1. La via delle cascate perdute a Sarnano
Iniziamo questo tour dalla provincia di Macerata, a Sarnano, ridente località insignita di un doppio riconoscimento: Borgo più bello d’Italia e Bandiera arancione. Sarnano è un borgo medievale di oltre 750 anni che si trova su un colle ai piedi dei Monti Sibillini, circondato da due corsi d’acqua: il Rio Terro e il Tennacola.
Immerso nel verde delle montagne e dei boschi circostanti, il suo territorio è attraversato da innumerevoli sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Suggestivo il percorso che prende il nome Via delle Cascate Perdute: per scoprire perché si chiami così leggete il nostro articolo La Via delle Cascate Perdute di Sarnano: tra fiumi, boschi e mulini.
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2. A Cingoli per le cascatelle del Ponte Romano
Cingoli, conosciuto anche come il “Balcone delle Marche”, rientra tra i Borghi più belli d’Italia. Da una vasta terrazza sulle mura castellane di origine medievale, a 631 metri s.l.m., è infatti possibile godere la vista di gran parte del territorio marchigiano, con la cornice naturale, all’orizzonte, del mar Adriatico e del monte Conero. A due passi troviamo il Lago di Castreccioni, il più grande bacino artificiale del centro Italia. Cingoli, tra le altre cose, diede i natali a Papa Pio VIII.
Per la ricerca del “fresco” vi consigliamo un luogo immerso nella natura che vi porterà indietro nel tempo: il Ponte dell’Intagliata o Ponte Romano, lungo il corso del fiume Musone. La sua costruzione risale all’XI–XII secolo e la passeggiata per arrivarci è piuttosto breve e suggestiva. Provare per credere!
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3. Matelica, tra murales e cascate della Gola di Jana
Matelica è un Borgo Spiga verde, ovvero l’equivalente della Bandiera Blu, ma in contesto green, con particolare attenzione al patrimonio rurale, dove l’agricoltura è rispettosa delle risorse naturali e a difesa del paesaggio, con un forte impegno in politiche sostenibili dirette alla tutela e alla valorizzazione dei beni naturali.
A pochi passi dal centro troviamo la frazione di Braccano, un caratteristico borgo dalle case colorate e dagli artistici murales da cui si accede alla Gola di Jana, il cui nome è riconducibile alla sua posizione rispetto al sorgere del sole e della luna (il dio Giano era il “custode delle porte” e di ogni passaggio, quindi anche di ogni inizio – anno, mese, giorno… – . Janus, quindi, sarebbe il “doppio” o il “gemello” di Jana, con il significato “risplendente di luce”). Per arrivarci è necessario essere dotati di scarpe da trekking, perché arriveremo in un luogo molto stretto e con temperature rigide, dato che il sole non vi penetra praticamente mai.
La Gola di Jana è una bellissima forra che dà origine a questa suggestiva cascata, situata alle falde del monte San Vicino: siamo nell’area della Riserva Naturalistica di San Vicino e Canfaito, dalla natura particolarmente ricca di prati, ruscelli e, appunto, gole.
4. Il Parco del Trabocco, a Montecarotto
Ci spostiamo nel cuore della Vallesina, a Montecarotto, per scoprire il Parco del Trabocco, una delle aree naturalistiche protette delle Marche, luogo verdeggiante di rara bellezza e che, un tempo, rappresentava un’importante via di collegamento con il vicino paese di Poggio San Marcello.
Il nome prende origine dalla presenza nell’area di una decina di “trabocchi”, ovvero di piccole briglie utili a rallentare il corso delle acque e stabilizzarne l’effetto erosivo. Il questo contesto segnaliamo il complesso diroccato dell’antico mulino del grano, che traeva forza motrice dalle acque del torrente, e dalle suggestive cascatelle, realizzate per canalizzare l’acqua verso il mulino, donando al percorso un’aura fiabesca.
Montecarotto è Bandiera verde, un marchio di riconoscimento che premia territori particolarmente attenti al rispetto dell’ambiente naturale e del paesaggio, alla valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio, all’agricoltura e al turismo sostenibile. Il centro storico del borgo conserva una notevole cinta muraria edificata nel 1509, che fa di Montecarotto una delle più importanti fortificazioni della Vallesina. Interessante è l’ottocentesco Teatro Comunale, ma oggi la vera eccellenza di Montecarotto è il vino Verdicchio, prodotto in diverse tipologie e varianti.
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5. Forra di Riofreddo, a Sassoferrato
Sassoferrato è Borgo più bello d’Italia, diviso tra borgo e castello. Ospita l’antica città romana di Sentinum, teatro della celebre Battaglia delle Nazioni (295 a.C.). Al Museo Civico Archeologico, allestito all’interno del Palazzo dei Priori, potrete ammirare reperti che illustrano la vita quotidiana e la società nell’antica città romana di Sentinum.
Interessante è la Civica Raccolta d’Arte, custodita presso Palazzo Oliva, che comprende 26 pregevoli dipinti tra cui due tele di Giovan Battista Salvi (Sassoferrato 1609 – Roma 1685), il grande pittore universalmente conosciuto come Il Sassoferrato, protagonista del classicismo europeo, a cui è dedicata la Rassegna Premio internazionale d’arte contemporanea G. B. Salvi.
Da non perdere è il Museo della miniera di zolfo, ubicato nella frazione di Cabernardi, che illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa.
Il territorio del comune di Sassoferrato, che si estende fino al confine tra le Marche e l’Umbria, racchiude anche la forra di Riofreddo, a cui si accede lungo la strada che porta all’Eremo di S. Girolamo. Riofreddo è caratterizzata dall’alternanza di brevi salti, laghetti e corti tratti di marcia; il percorso rimane sempre stretto tra le alte pareti rocciose segnate dall’erosione carsica. Insomma, uno scenario particolare che merita una giornata di calda estate.
6. Ad Acquasanta Terme per le cascate di Forcella, Lu Vurghe e Volpara
Acquasanta Terme, lungo la via Salaria, come si evince dal nome è conosciuta sin dal tempo dei Romani per le sue preziose acque termali, oltre che dalla presenza di importanti bacini estrattivi di travertino.
Acquasanta, inserita tra le tappe del Gaba, il Grande Anello dei Borghi Ascolani, propone anche interessanti itinerari di tipo culturale, come l’affascinate Castel di Luco, una fortezza a pianta ellittica edificata nel XIV secolo, eretta sul bordo di uno sperone roccioso, che in origine era un geyser. Tra gli edifici religiosi si ricordano la chiesa di San Giovanni Battista, con due dipinti di Giulio Cantalamessa, pittore e critico d’arte dell’ 800 ascolano, e la chiesa di San Lorenzo, nel borgo di Paggese (XIII secolo) con un pregevole Trittico cinquecentesco “La Madonna con il Bambino tra S.Marco e S.Lorenzo” attribuito a Pietro Alemanno.
Intorno ad Acquasanta Terme, se si è in cerca di relax e refrigerio, non c’è che l’imbarazzo della scelta: troviamo infatti le Cascate di Forcella di Roccafluvione e quelle de Lu Vurghe. Ma per una volta lasciamo parlare le immagini, per cui cliccate sul video qui sotto.
Degne di nota, infine, le cascate della Volpara, sul versante marchigiano dei Monti della Laga. Il sentiero per arrivare alla base dei salti è abbastanza semplice e frequentato, non presenta mai grossi dislivelli ed è sempre netto e visibile. Il periodo migliore per visitarla è l’inizio dell’estate quando il flusso d’acqua è massimo per via dello scioglimento delle nevi, quindi maggio e giugno. In ogni caso il refrigerio è assicurato!
7. A Pergola per i Bronzi dorati e… le cascate di Valrea
Pergola è un piccolo comune ma ricchissimo di arte che dista circa 50 da Fano. Insignito del riconoscimento Borgo più bello d’Italia, a testimonianza del suo antico glorioso passato restano i famosi Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola di età giulio-claudia (tra il 23 e il 29 a.C,.) o addirittura cesariana (30-50 a.C.), rinvenuti solo nel 1946.
Il complesso costituisce uno dei pochissimi grandi gruppi scultorei equestri in bronzo dorato dell’antichità romana giunti fino a noi ed è ospitato nel Museo dei Bronzi Dorati, che ha sede nell’ex convento di San Giacomo.
Pergola è inoltre conosciuta come la città dalle cento chiese, ricche di preziose opere d’arte, che sono testimonianza dell’importante ruolo economico, politico e religioso svolto dalla cittadina nel corso dei secoli.
Tra i prodotti enogastronomici non si può non citare il tartufo, a cui viene dedicata in autunno una Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola e dei Prodotti Tipici.
Bella da vedere è la cascata di Valrea, che crea una piscina naturale immersa dal verde. La cascata si può anche ammirare dalla strada ma si consiglia comunque di scendere per osservarla più da vicino ed immergersi.
8. Le piscine del fiume Auro, a Borgo Pace
Un comune “diffuso” è quello di Borgo Pace, distribuito in numerose frazioni e agglomerati rurali che ebbero spesso origine dai castelli medievali in cui si erano rifugiati gli abitanti. Borgo Pace ha la Bandiera Verde per l’Agricoltura, riconoscimento che viene dato a chi si è particolarmente distinto nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio anche a fini turistici, nell’uso razionale del suolo e nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio.
Il cuore del piccolo paese metaurense è la Piazza del Pino, dove si possono ritrovare la chiesa di Santa Maria Nuova, il municipio e tutte le più importanti strutture paesane.
Da vedere, inoltre, il “Museo del Carbonaio”, in cui è esposta una documentazione fotografica in bianco e nero sul tradizionale mestiere dei carbonai: la seconda domenica di ottobre si celebra anche la tradizionale “Sagra del Carbonaio”.
Il fiume Auro crea delle piscine naturali e termali al tempo stesso: nella pozza d’acqua della sorgente si possono osservare patine biancastre formate da solfobatteri, con il caratteristico odore di uova marce dell’acqua, dovuto all’acido solfidrico.
9. Sant’Angelo in Vado, le cascate del Sasso
Sant’Angelo in Vado, di origini medievali, è sorto sulle rovine della romana Tiphernum Mataurense, antico municipio distrutto durante la guerra gotica. L’abitato medievale fu dedicato all’Arcangelo Michele e definito ‘in Vado‘ dal guado lungo il Metauro.
Sant’Angelo in Vado è la capitale del tartufo bianco pregiato: nelle ultime tre settimane di ottobre e nella prima di novembre si tiene la Mostra Nazionale del tartufo Bianco, mentre tutto l’anno è possibile visitare il Centro Sperimentale di Tartuficoltura.
In questo particolare borgo, uscendo dal centro cittadino, è possibile visitare le cascate del Sasso, che rappresentano le cascate più importanti del Metauro: si generano a pochi chilometri dalla sua sorgente in una sequenza di strati calcarei più resistenti all’erosione fluviale, con un’altezza di 12 mt. e larghezza di circa 60 mt. e sono note anche sotto il nome di Balza del Metauro.
Lo spettacolo naturale che si aprirà agli occhi dei visitatori consiste in uno specchio d’acqua circondato da una rigogliosa vegetazione di salici e pioppi. Un angolo di paradisiaco fresco in metto alle estive montagne assolate.
- Cosa fare e vedere a Sant’Angelo in Vado
- Itinerario suggerito -> Aree e parchi archeologici delle Marche
10. Le cascate del Rio dell’Eremo di San Leonardo-Infernaccio, a Montefortino
Montefortino è uno dei più significativi insediamenti della Comunità Montana e del Parco Nazionale dei Sibillini. L’anfiteatro delle montagne è spettacolare, con cime che raggiungono i 2000 metri come la Priora o il Pizzo Berro, ma la presenza più fascinosa è quella del Monte Sibilla, la profetessa che predisse la nascita di Cristo. Nel XII secolo venne costruito il borgo fortificato, arroccato su un colle ubicato sulla riva destra del fiume Tenna.
Il paese possiede un significativo patrimonio di beni culturali diffusi nel territorio, e anche luoghi deputati alla conservazione e alla manutenzione delle opere d’arte.
Lo straordinario panorama di piatti e prodotti tipici ci permette di effettuare un entusiasmante viaggio culinario nelle tradizioni locali: dal cinghiale al prelibato agnello dei Sibillini, per poi proseguire con i funghi (porcini, russole e prataioli) e i profumati tartufi (nero e bianco).
La tappa “con l’acqua” che qui vi proponiamo è nelle Gole dell’Infernaccio, che nascono dal fiume Tenna e sono luogo di passeggiate ed escursioni specie in estate. Le vertiginose pareti di roccia in alcuni punti arrivano quasi a sfiorarsi e la luce fatica a penetrare creando un’atmosfera tale da sembrare di essere in un girone dell’inferno dantesco. L’inizio del percorso è caratterizzato dalle “pisciarelle”, cioè la caduta di gocce d’acqua dalle rocce sovrastanti tale da sembrare un’enorme doccia a cielo aperto. Dalle gole si può salire attraverso un fitto faggeto verso l’eremo di San Leonardo a 1.178 mt, luogo di elevata spiritualità, per poi proseguire fino alla Cascata Nascosta o Salto del Rio, una cascata formata dall’affluente del fiume Tenna.
In copertina: cascate del Sasso a Sant’Angelo in Vado di Federico Stella
Buongiorno grazie x avermi fatto conoscere questo itinerario bellissimo. Amo le Marche, ho casa di vacanza ad Acquaviva Picena ma purtroppo è ancora inagibile. Chiedevo se c’è qualche guida x i sentieri e ovviamente le cascate . grazie
Grazie, magnifico servizio per me che amo soprattutto le cascate.
Sei davvero brava e professionale.
Amo le escursioni, e vi ringrazio per questo tour marchigiano molto bello e interessante. Grazie
Io vorrei trovare qualcuno che mi accompagni
Amo le Marche, le trovo affascinanti. Interessante questo servizio