Raccontaci le Marche: intervista a Cristiano Carriero

Intervista a Cristiano Carriero: Uno sguardo romantico delle Marche

Qual è la differenza tra “scrivere una storia” e “fare storytelling”? La narrazione di un territorio è cosa seria, per fare arrivare le Marche al vostro cuore, oggi intervistiamo chi fa questo di mestiere: Cristiano Carriero.

Parlaci un po’ di te: chi sei, cosa fai nella vita?Intervista a Cristiano Carriero - Raccontaci le Marche

Ti rispondo con la descrizione che utilizzo su Instagram e Twitter: “non ci può essere una bio attendibile perché uno scrittore è troppe cose insieme”.

Per lavoro scrivo: sono giornalista, autore, storyteller e collaboro con le aziende nell’ideazione di progetti di narrazione.

Al centro ci sono le storie, perché utilizzare le tecniche del racconto è diventato indispensabile per la comunicazione contemporanea. Sono fermamente convinto che il marketing sia necessario, fondamentale, ma poi, alla fine è la storia la chiave di tutto.

E poi è un lavoro dove non si arriva mai, si migliora continuamente, con la teoria e la pratica. Io ho iniziato come ufficio stampa, alla Indesit di Fabriano (ecco come sono arrivato nelle Marche nel 2005!), poi sono passato da diverse agenzie, fino a diventare una sorta di imprenditore.

Un romantico, umanistico imprenditore.

Jesi e le Marche sono la tua dimora, dove ritrovi i luoghi del cuore? Quale scegli di raccontarci?

Mi piace dire che non sono stato io a scegliere Jesi, è Jesi che ha scelto me.

intervista a Cristiano Carriero - Fabriano Marche

Fabriano – di Cristiano Carriero

Vivevo a Fabriano, ma dovevo lasciare la Indesit per andare a lavorare ad Ancona,
in una agenzia. Ma avevo costruito un bel gruppo di amici a Fabriano, mi trovavo bene, e frequentavo Jesi per via della sezione arbitri (sì, sono anche arbitro di calcio!).
Così ho deciso di andare ad abitare a metà strada, a Jesi, equidistante da Fabriano e da Ancona, il posto di lavoro. Una scelta di comodo, all’inizio. Poi pian piano mi sono innamorato della città, dei suoi vicoli, della tranquillità e oggi che lavoro quasi prevalentemente a Milano, torno a Jesi nei fine settimana per decomprimere, per respirare aria buona, passeggiare per le vie del corso.

Ingresso palazzo pianetti Jesi - Raccontaci le Marche

Ingresso palazzo pianetti Jesi – di Cristiano Carriero

  • I miei luoghi del cuore sono tanti: da Genga a San Marcello, i laghi di Cingoli e Cupramontana, con la sua festa dell’Uva.
  • La Vallesina è ovviamente la mia zona preferita: un Verdicchio e una crescia con il ciuascolo e pecorino, con le grotte di Frasassi sullo sfondo sono una bella idea di felicità.

Sappiamo che giri il nostro territorio grazie alla tua grande passione: il calcio e l’arbitraggio.
Potresti consigliarci un itinerario per veri sportivi?

Ho visto praticamente tutti i paesi dell’entroterra: quelli del pesarese sono molto belli. Fermignano, Fossombrone, Acqualagna, piccoli centri, ma molto caratteristici.

Spesso il sabato mi fermo a prendere un caffè in un bar, e guardo i volti, segnati ma sereni, di tanti anziani che sono lì chiacchierare. È una sensazione bellissima, viene
voglia di conoscere le loro vite, credo valga più di ogni itinerario.

E questo in una regione che offre a mio parere anche tanto divertimento. La zona di Civitanova, San Benedetto, sono posti meravigliosi dove passare l’estate.

Per non parlare di Mezzavalle, Ancona. Ecco, per chi si sente davvero sportivo consiglio una passeggiata lì, per arrivare al mare. E poi risalire. Se il fiato regge. Ma il panorama è talmente bello che val bene la fatica.

Storytelling Turistico: perché usarlo nel turismo e come il territorio può beneficiarne al meglio senza che trasmetta finzione?

Le Marche non hanno bisogno di finzione, perché sono verità. Non ti lasciano immediatamente a bocca aperta (è un mio pensiero), ma credo sia proprio questo il loro punto di forza.

La Marche le devi vivere, le devi saper aspettare, e da sempre le cose belle si aspettano.

Le Marche non sono una regione per chi ha fretta. Sono una regione dove il tempo passa più lento. Prendi le Route66, in America. Io l’ho fatta, e sai qual è la cosa bella della Route? Annoiarsi. Perché tutto è sospeso, i panorami sono spesso uguali, e questo ti da modo di pensare, di entrare in contatto con te stesso.

Lo storytelling turistico ha senso se si trova la chiave giusta per raccontare un posto. Anzi, per ascoltarlo, perché poi è il posto stesso a raccontarsi.

Nelle Marche ci sono un sacco di posti da ascoltare. Si ascoltano le cascate, le onde del mare, le eco delle gole dei monti. Il rumore dei bicchieri che si appoggiano sul tavolino di un bar il sabato pomeriggio.

Questa regione non può e non deve fare il verso alla Sicilia, alla Puglia, al Veneto. È una regione unica e plurale. È un insieme di racconti.

Infine, quali suggerimenti potresti consigliare a chi desidera venire in vacanza nelle Marche?

Io consiglio di fare base nella Vallesina, magari tra Belvedere, Ostra e i castelli e poi da lì spostarsi verso il mare (Mezzavalle, ma anche Senigallia), o verso l’interno pesarese per assaggiare le tagliatelle al tartufo.

Poi magari la sera fare un giro verso Fabriano, che è sempre uno dei miei posti del cuore, dove consiglio una cena alla Vecchia Cartiera, uno dei miei ristoranti preferiti. Poi ci si può spostare verso sud, Macerata e Ascoli sono due gioielli che vale la pena visitare, con due piazze bellissime.

Ovviamente terrei sempre d’occhio il calendario delle sagre: settembre / ottobre è il turno di vino e uva (Cerreto e Cupra Montana), poi le cantine in festa di Belvedere a novembre o il palio di Jesi (meraviglioso, ho avuto anche l’onore di presentarlo) a maggio, quello di Fabriano a giugno.

E il summer jamboree ad agosto, una delle feste preferite dai turisti, quando Senigallia si trasforma nella città di Grease per una settimana.

Pensare alle Marche come ad una terra di passaggio è un errore imperdonabile. Guarda me che pensavo di starci sei mesi, per uno stage, e a giungo festeggio il mio tredicesimo anno!

Le Marche sono un privilegio di pochi, così lontane dai circuiti del turismo mainstream, e dal piacere mordi e fuggi dello scatto da ricordare. Le Marche sono lente …

Concludendo …

Se l’intervista a Valentina Vellucci non vi aveva ancora conviti, Cristiano ha sciolto ogni dubbio sul fatto del perché le Marche sono una regione da scoprire in modo curioso, lento e mai noioso.

Continuate a seguirci nelle prossime interviste su “Raccontaci le Marche” e scriveteci per raccontarci la vostra esperienza!

A presto. Silvia

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