Servigliano, città della memoria

Perché Servigliano è definita la “città della memoria”? Non tutti sanno che per la sua posizione strategica e poiché servito da una ferrovia, questo piccolo borgo nel cuore della provincia di Fermo, nei primi del Novecento, ha visto la costruzione di un campo di prigionia con muro perimetrale e baracche interne che venne utilizzato durante i due conflitti mondiali, prima come campo di raccolta prigionieri, successivamente come campo di internamento per gli ebrei, per poi ospitare fino al 1955 profughi provenienti dalle terre dell’Istria e dalla Dalmazia.

Oggi nella cinta muraria originale si estende un immenso parco verde denominato “Parco della Pace” attrezzato con strutture per lo sport e per la vita all’aria aperta. I ricordi e le testimonianze delle guerre del Novecento e in particolare dei fatti storici che hanno coinvolto la comunità di Servigliano, sono oggi raccolti e custoditi del museo della “Casa della Memoria” che nasce all’interno dell’ex Stazione ferroviaria adiacente al campo.

Quale modo migliore per non dimenticare se non quello di rendere onore e restituire dignità alle persone e ai luoghi distrutti dal dolore?

Il borgo di Servigliano

Servigliano è un piccolo borgo che conta poco più di 2300 cittadini, nel cuore della provincia di Fermo. Architettonicamente diversa dai tanti altri comuni marchigiani medievali arroccati sulle colline, ha ottenuto il titolo di “città ideale” per i canoni strutturali settecenteschi. La parte vecchia della città è inscrivile con un quadrilatero costituito da case a schiera con tre porte di ingresso (Porta Marina, Porta Santo Spirito e Porta Navarra) e una ampia piazza centrale dove si affacciano la collegiata di S. Marco e il Palazzo Pubblico, il cui cortile ospita una secolare magnolia. Di fronte alla piazza si alternano case e maestosi palazzi, con giardini e scorci suggestivi.

La storia del campo di prigionia

A pochi passi dal centro storico della città, vicino alla stazione ferroviaria, si trova il campo di prigionia di Servigliano. O meglio, quel che oggi ne resta.

La sua costruzione risale al 1915 quando fu realizzato, durante la Prima Guerra Mondiale, per accogliere i prigionieri di guerra austroungarici, serbi e turchi. Nella sua prima struttura comprendeva 32 baracche di legno, era delimitato da un muro alto tre metri, sovrastato da filo spinato, e poteva contenere fino a 4000 prigionieri, numero mai raggiunto durante il primo conflitto mondiale.

Nel 1919 il campo venne chiuso e lasciato in stato di abbandono per diversi anni. Solo nel 1935 metà della superficie venne riconvertita a campo sportivo per volontà dell’Amministrazione comunale, andando a ridurre il campo di prigionia ad una superficie in grado di contenere un massimo di 2000 prigionieri.

Cinque anni dopo, nel 1940, il campo fu ufficialmente rimesso in funzione per accogliere i prigionieri della Seconda Guerra Mondiale. Nel maggio del 1942 il campo raggiunse la sua capacità massima, tanto da dover trasferire parte dei prigionieri nel vicino campo di Sforzacosta.

Nell’ottobre del 1943 il campo venne riattivato, iniziando ad essere utilizzato come punto di raccolta per gli ebrei provenienti dalla provincia di Ascoli Piceno, dalle province di Frosinone e Teramo e, successivamente, anche campo per ebrei stranieri. Nonostante i numerosi arrivi, la struttura era utilizzata solo in minima parte.

Il 19 giugno 1944 Servigliano fu libera.

Il campo di Servigliano rimase attivo anche dopo che la Seconda Guerra Mondiale: la struttura venne riconvertita ed utilizzata come centro di raccolta profughi. Si stima che in questo campo transitarono circa 50mila persone fino alla sua chiusura definitiva che avvenne nel luglio 1955.

Le baracche che erano state costruite all’esterno del muro di cinta sono state mantenute e riconvertite, quelle destinate ai prigionieri furono invece abbattute su decisione dell’Amministrazione Comunale di Servigliano.

La rinascita del borgo

Servigliano è stata piccolo teatro degli eventi che hanno dilaniato il 900 europeo quali la deportazione e i campi di prigionia e concentramento. Negli ultimi 60 anni sono però stati tanti i progetti, segno di rinascita, che l’hanno resa “Città della memoria”.

Da campo di prigionia a centro sportivo e culturale: il Parco della Pace

Oggi, all’interno del limite segnato dalla cinta muraria originale, si estende un grande parco chiamato il Parco della Pace, attrezzato per lo sport e per la vita all’aria aperta. Il Parco ospita spesso anche eventi e concerti, diventando non solo un punto di ritrovo per famiglie e giovani della Media Val Tenna, ma un centro culturale e creativo anche per tanti altri.

La Casa della Memoria

L’Associazione “Casa della Memoria” nasce a Servigliano nel 2001 con l’intento di recuperare e trasmettere la memoria storica delle vicende che riguardano il campo attivo, con diverse funzioni, per più di venti anni.

La Casa della Memoria ospita una mostra permanente della storia del campo e sorge, in modo significativo, all’interno della vecchia stazione ferroviaria del paese che vide arrivare e partire numerosi convogli. Il Centro, negli anni, ha raccolto un ricco archivio storioco che mette a disposizione di studiosi e non per ricordare le vite di coloro che transitarono o vissero in quel luogo.

L’obiettivo dell’Associazione è quello di perpetuare la memoria del CPG-59, raccogliendo materiale documentario e testimonianze, oltre a svolgere attività didattiche e di divulgazione per garantire la memoria ed educare le future generazioni alla pace e alla solidarietà.

Non è azzardato approssimare a svariate migliaia le persone che entrarono nel campo di Servigliano; molti di costoro non sono sopravvissuti ma altri avranno ancora ben in mente il ricordo di giorni, mesi o anni trascorsi in questo luogo. Negli anni, alcuni prigionieri sopravvissuti, soprattutto inglesi e americani, sono tornati per visitare ciò che resta del campo, per tornare a calpestare quelle strade e per riallacciare un contatto umano con i le persone che, nel momento di maggior bisogno, hanno offerto loro aiuto.

Ed è proprio per questo che il lavoro della Casa della Memoria risulta così importante: fissare il ricordo per non dimenticare e per non far dimenticare, oltre che per rendere onore ai tanti che hanno sofferto la pene della prigionia.

Info utili

Vuoi visitare l’ex Campo di Prigionia CPG-59 di Servigliano? Contatta il numero di telefono 0734/750584 (Comune) oppure al 3804759708 o, se preferisci, invia un’email a casadellamemoriaservigliano@gmail.com

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