“Come Niente” il film made in Marche girato nelle aree del sisma

La bellezza del territorio marchigiano traspare dalle ferite inferte dal sisma del 2016 nel film “Come Niente”, uno dei primi realizzati dopo il lockdown e in uscita il 12 marzo sulle principali piattaforme di TV on demand.  

La commedia familiare made in Marche, diretta dall’esordiente regista Davide Como, scritta dall’altrettanto giovane Giulia Betti, interpretata da Franco Oppini, rappresenta un segnale forte di ripartenza perché racconta la vita nelle SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza). Qua, in moduli di pochi metri quadrati, è ricominciata la vita. 

Con i cinema ancora chiusi e il perdurare dell’emergenza sanitaria il film sarà lanciato, dal 12 marzo, sulla principali piattaforme digitali: Chili, Rakuten, Google Play, Apple TV, The Film Club, e a seguire su Amazon Prime Video. Una valida alternativa alla sala che ci auguriamo vi possa donare una piacevole visione.

La pellicola è stata girata a giugno 2020 e per garantire le condizioni di sicurezza tutti gli attori e la troupe si sono isolati nell’eremo del Beato Rizzerio, a Muccia (MC) cercando di evitare contatti con il mondo esterno. Anche la sceneggiatura è stata riscritta e sono state tolte le parti che prevedevano un contatto più stretto tra gli attori.

La storia del film “Come Niente”

Greta e Caterina, cresciute in una famiglia difficile, vengono affidate per i mesi estivi al nonno Franco, scorbutico e anaffettivo, sopravvissuto al grande terremoto del centro Italia.

A fare da sfondo a questa storia di amore e rinascita una meravigliosa vallata che custodisce e tiene, accarezzando le vite dei protagonisti e di tutti gli abitanti di Pievebovigliana, un piccolo borgo di 800 anime nelle Marche, con un’abbazia fondata dai benedettini e un cuore antico; dall’altra parte, un paese sfinito, immobile, incapace di rimettersi in piedi dopo gli eventi catastrofici del 2016. 

Ma cosa succede se in quel paesino che sembra normale ma dove niente lo è, piombano due ragazzine un po’ strane, con il loro fardello di problemi?

Greta, interpretata da Valentina Bivona giovanissima attrice nata a Jesi, gioca a calcio come un maschiaccio e ci mette la rabbia di chi non è amata, di chi vuole farsi carico dei problemi della famiglia, sacrificandosi come un agnello sull’altare e rinunciando alle sue passioni e a sé stessa.

Caterina, Greta Mecarelli al suo esordio cinematografico, è una bambina svitata, in realtà non sente bene da un orecchio e la mamma l’ha salvata raccontandole che il suo orecchio ascolta le cose di altri pianeti. Il suo casco, dotato di un’antenna speciale è il modo per entrare in contatto con gli alieni, ma nessuno può capirla, tanto meno la banda di ragazzini del paesino che la prende di mira fino ad annientarla.

E poi c’è il nonno Franco, interpretato da Franco Oppini, un padre mancato che ha fallito con la figlia e che ora potrebbe riscattarsi con l’arrivo delle nipotine, affidate a lui per i mesi estivi durante la malattia della madre. Ma lui continua a inseguire Berlinguer, il suo falco, si addentra nei boschi, nelle colline che avvolgono il paesino fino a unirsi con i Sibillini, che lo chiamano a squarciagola, ma è solo una chimera. Alla fine capirà che il passato gli sta tendendo una mano, se saprà abbracciare quelle ragazzine, amarle, per come sono. E allora quelle relazioni fragili potranno ricomporsi, e quel paesino distopico si concilierà con sé stesso.

In questa commedia dove si ride e si piange, la diversità è vista come fonte inesauribile di ricchezza. Troviamo questo elemento nei movimenti di macchina diversificati che incarnano il movimento in ogni suo aspetto, positivo e negativo, dal movimento del terremoto, a quello burrascoso dei sentimenti all’interno della famiglia fino all’eterno movimento alla ricerca dell’equilibrio che incarna la volontà di continuare a vivere e trovare una soluzione.

Alcune curiosità del film “Come Niente”

  • Alcune scene sono ispirate a opere d’arte pittorica: la prima volta che Caterina incontra la donna con il parasole lungo la strada di campagna è ispirata al dipinto La donna con il parasole di Claude Monet, la posa finale nella scena di Greta e Caterina distese sul letto in pieno giorno fa riferimento agli Angioletti di Raffaello Sanzio, la scena in cui Franco chiama il falco sulla cima del monte cita il Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich.
  • Colore ricorrente nel film è il rosso: rosso come il sangue che pulsa, come la vita che grida e che non vuole arrendersi in un paese colpito dal terremoto e che vuole sentirsi vivo, rispettato e parte di una comunità.

I luoghi del film “Come Niente”

La storia si dipana fra Camerino, Muccia e Pievebovigliana (Comune Valfornace) dove è stato girato quasi tutto il film. Un piccolo borgo di 800 anime nelle Marche, ora transennato, una zona rossa senza scampo, l’orologio sul campanile fermo all’ora della scossa.

E adagiato alle sue pendici è sorto il nuovo paese, con una geometria squadrata fatta di pattern ripetitivi, le SAE, soluzioni abitative d’emergenza. Il film girato in parte dentro una SAE, in un modulo 6×4, racconta la vita di quel paese, gli orizzonti chiusi, le speranze perse di chi abita lì, con un tono che non è mai drammatico ma a volte sfiora la comicità.


Alcune scene sono state girate nel centro storico (tutto inagibile e transennato) dove si può ammirare l’abbazia di San Giusto fondata dai Benedettini, e nelle zone limitrofe, le colline che aprono ai Sibillini, le campagne fino a Muccia, Il castello di Beldiletto, tutte aree visibile dalle riprese.

Nel film “Come niente”, il territorio e gli spazi in cui i personaggi vivono e scoprono i loro rapporti sono estremamente fondamentali – ci racconta lo scenografo Lodovico Gennaro, diplomato all’Accademia di belle arti di Macerata – si può forse dire che abbiano una “voce”, che a fianco alle interazioni delle bambine con gli abitanti di questo paesino martoriato, racconta la propria di storia.

Le SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza) messe a disposizione in seguito ai terremoti che hanno reso inavvicinabile il centro storico di questo borgo, sono sì una grande risorsa per chi ha perso tutto; ma lo spazio che ci si ritrova ad abitare è uno spazio in serie, per tutti uguale nelle superfici e negli arredi (per abitazioni, negozi, uffici, chiese). Uno spazio neutro, sempre meno temporaneo più passa il tempo, a cui gli abitanti, rassegnati, hanno cominciato a dare il proprio volto.


Da fondale a questa storia sono protagoniste lontane le vette dei Sibillini, montagne che amo profondamente perché non smettono mai di regalare nuovi scorci e sorprese.

C’è una scena toccante in cui Franco sale ad alta quota e improvvisamente realizza cosa deve fare con le nipoti, per la quale dovevamo trovare un punto panoramico adatto per la situazione e non sapevamo proprio dove girare per l’imbarazzo della scelta. Alla fine, abbiamo esplorato un boschetto e quel posto era lì, dietro l’angolo, a nostra disposizione.

L’entroterra marchigiano ha un fascino che è difficile da spiegare a parole perchè va vissuto a passi lenti e con molto tempo a disposizione.

Un’altra piccola perla di questo film è la storia di questi bambini di Pievebovigliana che non si arrendono alla situazione e fanno partire la “loro” ricostruzione: ed ecco allora questi piccoli manovali all’opera nella cernita di materiali sopra le macerie, abbandonate a fianco alle case diroccate, diretti quindi verso il “loro” villaggio, un terreno vergine per “bimbi sperduti” che vanno avanti con tutta la tenacia e la capacità di rimettersi in piedi di ogni buon vero marchigiano.

Fare il lavoro che amo e per il quale ho studiato è per me fonte di grande orgoglio; aver avuto la possibilità di lavorare nella terra nella quale sono cresciuto e che amo è semplicemente impagabile.

Durante le riprese ho scoperto luoghi che sono tornato a rivedere una volta finite le riprese, anche per ritrovare gli abitanti del posto che sono stati costantemente disponibili e generosi con tutta la troupe; spero vivamente che questi posti possano riprendersi presto con una ricostruzione veloce e disponibile alle esigenze dei cittadini.”

Alto livello di professionalità tutta marchigiana 

Il regista è il marchigiano Davide Como, al primo lungometraggio dopo alcuni apprezzati corti e un’esperienza con Patty Pravo. La sceneggiatura l’ha scritta Giulia Betti, anch’essa marchigiana. “Come Niente” è il primo film in cui tutta la parte della postproduzione è completamente made in Marche così come la colonna sonora, a cura di Raffaele Petrucci, che ha visto la partecipazione di molti giovani artisti tra cui, oltre Raffele Petrucci, Bianca Ottaviani, Folkantina, Marco Baldoni, Daz-Jay.

Se ci saranno le condizioni, è prevista un’uscita nei cinema estivi per poi aprirci alla seconda finestra della distribuzione televisiva.

Trailer del film “Come Niente”

Info utili

  • Il film, distribuito da Minerva Picture è stato prodotto da Guasco srl, in associazione con Poliarte, Accademia di belle arti e design, e il Circolo della Confusione di Cagliari con il patrocinio di Fondazione Marche Cultura e dei comuni di Camerino, Valfornace, Muccia, dove sono state realizzate le riprese.
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