3 modi tutti marchigiani per conquistare una donna (marchigiana)

Le donne Marchigiane si sa sono genuine e di forti passioni, ma raggiungere il loro cuore, oltrepassando la spessa corazza generata da un mix di sangue Piceno e un tenace substrato di origine vergara, non è impresa da poco. Quasi tutte di buona forchetta (e ve lo dice la Titolare di un Blog Fragustoepassione che si diverte a scoprire e raccontare le Marche dal lato più goloso e godurioso ) di alti ideali ma di animo diffidente,  cercano un uomo che le faccia sognare senza abbindolarle, che sia leale, caparbio e capace di grandi imprese .

  • Come fare dunque a conquistarle? Ecco 3 modi efficaci e qualche consiglio pratico e goloso da sperimentare nel giorno di San Valentino..

Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese…

Modo Numero 1: Ti Amo nei 27 Borghi più Belli

Dopo Ti Amo in tutte le lingue del mondo io vi propongo come prima impresa romantica per conquistare una donna  di dirle Ti Amo nei 27 Borghi marchigiani più Belli d’Italia. Si tratta di una selezione di piccoli centri, di elevato interesse storico artistico, che ogni Regione possiede. Nelle Marche ne troverete ben 27 e per la maggior parte sono in posizione elevata con mura e fortificazioni quasi intatte a circondare un paesino che nel suo piccolo è una meraviglia.

Ma non penserete mica di portare la vostra amata in uno di questi luoghi ameni, fermare la macchina e dirlo frettolosamente? Nooo!!! Come le Fatiche di Ercole per ogni Borgo va selezionato accuratamente il posto più impervio, più caratteristico e più romantico per il corteggiamento. Se vi piace vincere facile vi consiglio di partire dalla Rocca di Gradara, uno degli esempi meglio conservati di fortificazione medievale d’Italia, ma poi visti gli esiti tragici del leggendario amore mi sposterei subito verso avventure più felici.

Gradara – Foto di www.findingtheuniverse.com

Da Rocca a Rocca potrete dirigervi a Offagna dove avrete modo di corteggiarla nel massiccio mastio a 5 piani non prima di averla sedotta con una crescia con le foje di campo cotta alla brace che è un gioiello, di quelli veri! Scendendo più a sud avrete solo l’imbarazzo della scelta. Tra Torre di Palme e Grottammare Alta potrete gridare il vostro amore in due dei balconcini più romantici e panoramici delle Marche, con vista sul mare e se scegliete il piccolo paesino nei pressi di Porto San Giorgio ricordatevi che vicino c’è il bosco del Cugnolo, uno dei più begli esempi di macchia mediterranea marchigiana, ed è possibile raggiungere la Grotta degli amanti (ma sul motivo tragico di questo nome sorvolerei).

Grottammare – Foto di Francesca Celi

E perché non dirlo sulla Torre dell’orologio di Moresco meglio ancora se accompagnati da una fetta di pane e ciauscolo? In questo caso il mio consiglio è di offrirla dopo la dichiarazione, l’aglio potrebbe comprometterne l’esito (leggi anche Moresco Sagra del ciauscolo  ). E visto che l’Italia in una Regione consente di deliziare la vostra amata con mari, pianure, colline e anche montagne, io approfitterei della complicità di una rigogliosa natura e andrei a conquistare qualche vetta. Scegliere un vicoletto di Sarnano ha sempre il suo fascino ma forse Visso, ancora ferita ma assolutamente dignitosa, può essere quella meta giusta per strapparle dopo tante parole l’agognato bacio. L’amore, se è vero, resisterà a qualsiasi catastrofe..

Modo numero 2  : Viaggio Sensoriale tra le nostre Docg

L’amore inespresso è come il vino tenuto
nella bottiglia: non placa la sete

George Herbert (1593-1633)

E se un bouquet di rose  vi sembra  troppo  banale per conquistare il cuore di una donna marchigiana, il mio consiglio è quello di regalarle un altro genere di percorso gustativo ricco di aromi fruttati e floreali.

Il terreno prevalentemente collinare e la presenza del mare della nostra regione creano infatti un microclima ideale per la produzione di uva da vinificazione. Scegliere tra le 20 Denominazioni d’Origine per i non esperti potrebbe diventare un problema quindi, vista l’importanza del momento, si potrebbe puntare direttamente sulle 5 DOCG, fiori all’occhiello delle Marche.

vino versato in un bicchiere

Foto di Francesca Celi

Io aprirei “le danze” con un bianco. Se vi piace vincere facile il Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva DOCG col suo forte sentore di mandorla e note di fiori bianchi, è una garanzia, non a caso è il vino più conosciuto delle Marche (leggi anche Sagra dell’Uva) ; ma L’Offida Passerina molto femminile e aggraziato con quel  suo caratteristico bouquet di frutti a polpa gialla e sentori agrumati, può essere quel giusto avvio, fresco e leggero, a una bella serata.

Qualora invece decidiate di accompagnare il vino con un antipastino di mare per un incipit leggermente afrodisiaco, potrete permettervi di stappare anche un vino più corposo come il Verdicchio di Matelica Riserva, con eleganti profumi e una buona struttura (almeno 18 mesi di invecchiamento da disciplinare). L’atmosfera si scalda, è il momento di entrare nel cuore  della serata che porta il nome di Conero, è una riserva Docg color rubino  intenso, con profumi di frutti rossi e note speziate di tabacco per discorsi profondi e di lunga durata. “La  notte è ancora giovane..”.

E quale miglior finale di un calice di  Vernaccia,  l’unico vino al mondo che si ottiene mediante tre fermentazioni? E questa volta concediamocela nell’accezione dolce, insieme a due ciambelline ubriache di Serrapetrona, per lasciare un tenero e inebriante ricordo prima della buona notte. (Leggi anche Sulle vie della vernaccia Nera )

Modo numero 3:  I vincisgrassi e “Una Lunga Domenica di Passioni”

Avete presente il film diretto da Jean-Pierre Jeunet, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale che racconta una delle più belle e struggenti storie d’amore degli ultimi decenni?

Ecco, può essere il titolo adatto per l’impresa più titanica di tutti: preparare per la vostra amata i veri vincisgrassi marchigiani.  Un’ assoluta metafora dell’amore: una costruzione lenta che, giorno dopo giorno, strato dopo strato, si fortifica; e solo se si è mossi da vera passione, pazienza e dedizione si vedranno i risultati e ci si potrà abbandonare all’immenso piacere.

Vincisgrassi – Foto di Francesca Celi

Le origini di questo buffo nome? Alcuni parlano di un generale austriaco, un certo Windish Graetz, ma in realtà le prime preparazioni hanno nobili natali come ci ricorda il famoso cuoco Antonio Nebbia.  Lo spirito originario alla base del piatto è comunque rimasto invariato: non una preparazione da tutti i giorni ma il simbolo della festa, della ricorrenza e di giornate speciali! Probabilmente si chiamano “Princisgras” anche per la ricchezza degli ingredienti: le prime ricette annoverano funghi, tartufo, cervello, marsala e altri elementi di pregio. Poi però i contadini se ne appropriano copiando e “snellendo” secondo le proprie possibilità.

Le varianti di questa ricetta e le piccole differenze tra un Paese e l’altro, tra una famiglia e l’altra, sono innumerevoli (Leggi anche Dove mangiare i migliori vincisgrassi ); resta il fatto che già solo procurarsi tutti gli ingredienti non è cosa da poco: carne macinata, manzo, maiale, salsiccia, maghetti, fegatini, animelle di vitello, ossa da sugo, nervetti e barbaja. Se poi ci aggiungiamo che le preparazioni sono tante e le tempistiche diverse: il sugo va fatto in anticipo, la sfoglia va stesa,  tagliata in rettangoli (larghi 12 -13 cm e lunghi 16), bollita, freddata e appoggiata su “sparoni” da cucina; E infine i vincisgrassi vanno montati, strato dopo strato (solitamente sette), e fatti riposare alcune ore prima di infornarli. Besciamella sì o no? Parmigiano si o no? Anche queste sono scuole di pensiero. Ma una cosa è certa se un uomo è disposto a preparare un piatto di questa complessità per la sua amata, non si potrà mai dire che non sia vero amore…

Vincisgrassi – Foto di Francesca Celi

Vincisgrassi – Foto di Francesca Celi

 

Buon San Valentino Marchigiano a tutti!

Francesca Celi  www.fragustoepassione.it

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