10 cose da fare e vedere sui Monti Sibillini

“E che pensieri immensi, che dolci sogni mi spirò la vista di quel lontano mar, quei monti azzurri, che di qua scopro, e che varcare un giorno io mi pensava, arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver mio!” Leopardi – Le Ricordanze

Con questi versi, Giacomo Leopardi, celebra la spettacolarità e la suggestione dei misteriosi ed evocativi Sibillini, con le loro cime così ardue da raggiungere, ma da cui pare di scorgere l’orizzonte del mondo intero.

È una magia antica, quella dei Sibillini, che si rinnova ogni giorno nella cultura e nelle tradizioni dei paesi e dei borghi che punteggiano le alture e nella natura selvaggia e incontaminata di questo spettacolare angolo dell’Appennino, inserito tra le 10 migliori walking holidays d’Europa secondo il quotidiano The Guardian.

Dove sono i Monti Sibillini?

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è un’area protetta distribuita su un territorio di circa 70.000 ettari di terreno che abbraccia due regioni (Marche e Umbria) e quattro province (Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia) e comprende l’omonima catena montuosa e le aree collinari circostanti, dove borghi medioevali, chiese romaniche, castelli e abbazie si integrano armoniosamente nel paesaggio rurale. La catena prende il nome dal Monte Sibilla (2.173 m), sulla vetta del quale si apriva fino alla fine del secolo scorso una grotta (grotta della Sibilla), ora occlusa, che la tradizione vuole fosse la dimora della Sibilla Appenninica.

Foto Damiano Lancioni – “Porta le Marche nel mondo con le tue foto”

Cosa fare e vedere sui Monti Sibillini?


1. Scoprire leggende e misteri

Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia ha definito i Sibillini “i monti più misteriosi del centro Italia”. Prima di lui, la loro natura maestosa e indomabile, ha destato la fantasia, i sogni e le speranze di tanti celebri scrittori. Fra questi troviamo Andrea da Barberino che ne parla nel “Guerrin Meschino” (1409), il francese Antoine de La Sale e il tedesco Felix Hemmerlin che paragona il Monte Sibilla al Monte di Venere, perché abitato da una bellissima maga e dalle sue ancelle.

Probabilmente, la conformazione stessa di questi monti, erosi al vento e segnati da affascinanti fenomeni carsici, ha contribuito non poco alla creazione e diffusione di leggende intrise di mistero, tanto che dal XIV al XVI secolo essi venivano dipinti in tutta Europa come “…Terra di fate, negromanti ed orrori d’ogni genere…”.

Sarnano – Pizzo Meta – Foto di Mirko Mannocchi “Porta le Marche nel mondo con le tue foto”

Un mondo fantastico ma anche aspro e selvaggio, preso d’assalto da maghi e streghe provenienti da ogni contrada d’Europa, che affrontavano fatiche e pericoli inimmaginabili per raggiungere l’antro della regina Sibilla, dispensatrice di verdetti profetici e di inebrianti piaceri. La Sibilla era una strega buona, detentrice della conoscenza, conoscitrice dell’astronomia e della medicina, che elargiva responsi e profezie con il tipico linguaggio profetico non sempre facile da interpretare. Lei era circondata da ancelle, descritte come giovani donne di bell’aspetto, vestite con lunghe gonne da cui spuntavano zampe di capra.

Di altro registro sono le leggende intorno al Lago di Pilato: qui i bufali indiavolati partiti da Roma giunsero fino ai Monti Sibillini e terminarono la loro folle corsa con il corpo di Pilato proprio dentro i laghi che si sporcarono del suo sangue, motivo per cui secondo la leggenda il lago assume un colore rossastro.

Storie concluse, superate dal tempo ma non svanite senza lasciare traccia perché una magia certamente sopravvive, forse l’unica che sia mai esistita: la loro natura maestosa e indomabile.

2. Conoscere le vette e i versanti

I Sibillini sono una catena montuosa d’origine prettamente calcarea, formata da una ventina di cime con quota superiore ai duemila metri. La più elevata è il Monte Vettore (2476 m), alla quale si contrappone il Pizzo della Regina (2332 m), sommità del Monte Priora, possente montagna ai cui piedi sorge l’eremo di S. Leonardo. Imponenti anche il Monte Sibilla (2173 m), dove si trova l’antro della mitica fata, Palazzo Borghese (2145 m), così denominato perché ricorda un edificio gentilizio romano, Monte Castel Manardo (1917 m), il cui nome trae origine dall’antica famiglia nobiliare dei Conti Manardo e il Monte Bove (2169 m) dalle imponenti pareti rocciose divenute il regno dell’aquila reale e del camoscio appenninico.


Il versante adriatico di queste montagne, che sono allineate lungo un unico asse principale, è caratterizzato da valli strette quali la valle dell’Aso, del Tenna, dell’Ambro e del Fiastrone che alimenta anche il bacino artificiale del lago di Fiastra.

Il versante tirrenico è invece contraddistinto da tre depressioni ad alta quota, Pian Grande, Pian Perduto e Pian Piccolo, e dalla Valnerina, scavata dal fiume Nera, principale affluente del Tevere.

Tutta l’area sommitale risulta inoltre profondamente modellata dai ghiacciai del Quaternario. La loro azione è ancora oggi riconoscibile negli splendidi circhi glaciali della Valle del Lago di Pilato, della Val di Panico, della Val di Bove, delle alte valli dell’Ambro, del Tenna e della Val di Tela e nelle valli sottostanti. Rilevanti sono inoltre i fenomeni carsici, le cui tracce sono particolarmente evidenti nei piani di Castelluccio, nei solchi e nelle cavità delle pareti rocciose delle valli dove affiora il calcare massiccio come quelle del Tenna, dell’Ambro e del Fiastrone.


3. Percorrere i trekking più belli

Per assaporare al meglio la magia dei Sibillini occorre sintonizzarsi con i ritmi lenti di questa terra antica ripercorrendo gli antichi sentieri e camminare col passo dei viandanti di un tempo.

Foto di Damiano Lancioni – “Porta le Marche nel mondo con le tue foto”

Il territorio del Parco offre innumerevoli e diversificate possibilità per chi vuole, camminando, scoprirne i suoi tesori in tutte le stagioni. I percorsi urbani ci guidano negli angoli medioevali dei paesi disseminati alle pendici dei Sibillini, mentre piacevoli passeggiate ci conducono nel mosaico di vita dal sapore rurale e pastorale.

Il contatto con la natura selvaggia e il mondo magico delle vette, invece, possono essere raggiunti attraverso escursioni piu impegnative, che spesso richiedono esperienza, allenamento e attrezzatura idonea. Sono itinerari interamente segnati ma e anche possibile affidarci alla competenza delle Guide ufficiali del Parco, in grado di svelarci i segreti più nascosti dei Sibillini e dei suoi sentieri nella massima sicurezza.

Un’esperienza indimenticabile, infine, può essere vissuta lungo il Grande Anello dei Sibillini, un percorso escursionistico di 124 Km completamente segnalato  che, in nove giorni di cammino, permette di scoprire l’intera catena montuosa.

4. I Sentieri Natura per i meno esperti

I sentieri natura rappresentano una straordinaria occasione per far scoprire i Sibillini anche agli escursionisti meno esperti o a chi dispone di poco tempo. Partono dai centri storici dei paesi o dalle loro immediate vicinanze e hanno come obiettivo quello di far conoscere un aspetto rilevante della realtà del territorio: dalla fauna, alla flora, alla storia, alle tradizioni locali. Due dei 18 sentieri natura sono “per tutti”, cioè fruibili anche con passeggini o sedie a ruote.

Sarnano Sassotetto – Foto di Mirko Mannocchi “Porta le Marche nel mondo con le tue foto”

Scopri tutti i sentieri Natura del Parco

5. Esplorare i Sibillini in Mountain Bike

I grandi spazi dell’Appennino sembrano fatti apposta per viaggiare sui pedali! Esplorare il Parco in sella ad una mountain-bike consente di viaggiare lungo strade e sentieri in origine costruiti per i muli dei boscaioli, gli scarponi dei pastori e i sandali dei pellegrini. La guida “Pedalando nel Parco”, in cui sono descritti dettagliatamente i percorsi e riportata la relativa cartografia, propone 14 itinerari ad anello, ognuno dei quali può essere realizzato in un giorno, e il Grande Anello in mountan-bike, percorribile comodamente in 4 o 5 giorni.

Foto Archivio Regione Marche

Ti consigliamo di abbandonare il cronometro e sincronizzare i cicli dei pedali con quelli della natura per scoprire mondi fantastici e tesori nascosti ogni volta con rinnovato stupore.Fra i percorsi dedicati agli appassionati della bici non si può non citare l’anello “Sibillini Rebirth” che attraversa longitudinalmente l’area del Parco, collegandolo con la costa. Le alture e le vallate vi accompagnano ai piedi del Parco dei Monti Sibillini, mostrando la regalità dei luoghi. Il silenzio vi immerge nella natura, regalando relax ed energia.

Visita il sito di Marche Outdoor: la piattaforma dedicata al cicloturismo per chi vuole scoprire la nostra regione pedalando

6. Scoprire la grotta della Sibilla e il Museo ad essa dedicato

La Grotta della Sibilla è una caverna situata a 2.150 m s.l.m ricavata nella roccia, nei pressi della vetta del Monte Sibilla. È considerata la porta d’accesso al regno sotterraneo della Sibilla Appenninica, antica sacerdotessa in grado di predire il futuro.

Andrea da Barberino, con il suo romanzo cavalleresco “Il Guerrin Meschino”, contribuì alla divulgazione della leggenda. Ci racconta la storia di un cavaliere errante che si recò dalla Sibilla per ritrovare i suoi genitori. Per un anno, soggiornò nella grotta. Il complesso ipogeo viene descritto, sulla scorta dei racconti popolari raccolti sul posto, per la prima volta nel 1420, dal francese Antoine de La Sale.

Una più recente e senz’altro affidabile descrizione è fornita a metà XX secolo dal Lippi-Boncambi: lo studioso fu uno degli ultimi visitatori della grotta prima che l’ingresso crollasse definitivamente a seguito di esplosivi che, invece di contribuire ad aprirla ulteriormente, ne causarono la chiusura.

Ad essa è dedicato il Museo della Grotta della Sibilla a Montemonaco (AP) che conserva testimonianze del mistero marchigiano e la Grande Pietra recante incisioni misteriose, trovata sul fondo del Lago di Pilato(AP)

7. Raggiungere il Lago di Pilato: il lago con gli occhiali

Bacino nascosto dalle più alte vette dei Monti Sibillini, situato a 1.941 metri di altezza, sul Monte Vettore, è l’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo alpino presenti nell’Appennino.

Deve il suo nome proprio a Ponzio Pilato: la leggenda narra che il cadavere del console romano, giustiziato per non aver impedito la crocifissione di Gesù, giacerebbe qui, da quando due bufali a traino del carro con il suo corpo si gettarono nelle gelide acque del lago. Alcune curiosità:

  • È conosciuto e spesso definito “il lago con gli occhiali” in quanto i due laghetti montani presenti talvolta si uniscono a causa dello scioglimento del ghiacciaio sovrastante.
  • Il lago ospita il Chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo rosso corallo, che vive solo in queste acque. Depone le uova lungo le sponde del Lago, pertanto è severamente vietato bagnarsi e bisogna mantenere una distanza di almeno 5 metri dal bordo per evitare di calpestarle.

E’ raggiungibile a piedi attraversando panorami incantevoli. Tre sono i percorsi per raggiungerlo:

1. durata ore 2,5 andata e ore 2,5 ritorno con partenza da Foce (frazione di Montemonaco)

2. da Forca di Presta dal comune di Arquata del Tronto, da cui si segue il percorso per arrivare alla cima del monte Vettore, giunti al rifugio Tito Zilioli si inizia a scendere a sinistra verso la valle del lago. Attenzione nel tratto Le Roccette da percorrere con la massima attenzione.

3. Castelluccio-Capanna Ghezzi-Forca Viola 3 ore circa di percorrenza (dei tre è il sentiero più lungo).

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8. Cosa mangiare sui Monti Sibillini

Lo straordinario patrimonio naturale dei Sibillini trova espressione anche a tavola, dove le prelibatezze di questa terra straordinaria sono celebrate nel menù della Sibilla, itinerario gastronomico che valorizza la filiera corta tra produttori dell’agroalimentare e ristoratori del Parco dando spazio alle carni lavorate in salumi e prosciutti, stufate o cucinate alla brace, alle trote, ai formaggi, alla varietà di legumi e cereali, alle patate, al miele, allo zafferano, al pregiatissimo tartufo e ad un’infinità di prodotti che rendono i Sibillini ancor più “assaporabili”.

9. Immergersi negli eremi e nelle abbazie

Immerse nella suggestione dei paesaggi dei Monti Sibillini, si ergono chiese dal fascino e magnetismo unico, antichi luoghi di spiritualità, scrigni di arte e bellezza dove ogni pietra ha una storia da raccontare. Come non rimanere affascinati dall’eremo di San Leonardo, posto ad un’altitudine di 1.128 mt tra il Monte Sibilla e il Monte Priora circondato da una delle vallate più suggestive dei Monti Sibillini. Basti pensare che il suo recupero ha costituito la ragione di vita di Padre Pietro Lavini che dal 1971 fece la scelta di trasferirsi in questo meraviglioso eremo a poca distanza dalle sorgenti del fiume Tenna.

O il Santuario della Madonna dell’Ambro a Montefortino, conosciuta anche come “la piccola Lourdes dei Sibillini” perché anche qui pare sia avvenuta un’apparizione della vergine Maria e per questo meta di pellegrinaggio per pellegrini e fedeli alla ricerca di un supporto spirituale.

O ancora, il Santuario di Macereto, un prezioso complesso religioso con pianta ottagonale immerso nella bellezza dei Monti Sibillini, a circa 1000 metri di altitudine. Si tratta di uno dei più importanti esempi di architettura rinascimentale cinquescentesca nelle Marche. La sua costruzione è intrisa di leggenda: si narra infatti che il 12 agosto 1359, i muli che stavano trasportando una statua lignea della Madonna con Bambino da Loreto al Regno di Napoli si fermarono in ginocchio dove oggi sorge il santuario, rifiutandosi di muoversi da lì.

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10. Conoscere i borghi più belli dei Monti Sibillini

Visitare i comuni del Parco dei Monti Sibilllini rappresenta un’occasione unica per scoprire i tesori che l’uomo ha saputo preservare nei secoli per adattarsi a un ambiente naturale selvaggio e spesso ostile, quale quello dell’Appennino. L’esperienza del viaggio diventa così, anche sotto il profilo culturale, realmente vivificante ed indimenticabile per ogni visitatore.

Amandola – Foto Giorgio Tassi

Ricchi di storia, di cultura e di leggende da narrare, questi paesi si ergono silenziosi nel cuore dell’Italia. Ognuno di essi può regalare momenti unici. Là dove il tempo sembra essersi fermato sarà un piacere infinito creare un itinerario per un weekend di natura e prodotti tipici. Ecco tutti i borghi marchigiani che fanno parte dell’area dei Monti Sibillini: Acquacanina, Amandola, Arquata del Tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Montefortino, Montegallo, Montemonaco, Pievebovigliana, Pievetorina, San Ginesio, Ussita, Visso.

Gli eventi sismici del 2016 hanno interessato tutti i Comuni del Parco, seppur in misura differente. Molti edifici storici sono stati danneggiati e in alcuni comuni sono presenti zone rosse a cui è stato interdetto l’accesso. Le limitazioni all’accesso negli abitati e su strade e sentieri sono rappresentati nella mappa consultabile al seguente L I N K .

Info utili

Visita il sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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5 thoughts on “10 cose da fare e vedere sui Monti Sibillini

  1. Gli itinerari, i suggerimenti e le indicazioni di ” Destinazione Marche” sono il top per fornire valide informazioni agli ospiti della nostra Airone House Osimo

  2. Ma chi ha scritto questo articolo, lo sa’ che alcuni paesi sono stati danneggiati dal terremoto del 2016?
    Citare Arquata del Tronto e Montegallo mi sembra di cattivo gusto
    Questo non è un commento duplicato

    • Gentile Giovanna, nell’articolo sono stati citati tutti i borghi del Parco perché, seppur danneggiati, esistono. Abbiamo comunque raccolto il suo feedback e per completezza di informazioni abbiamo aggiunto il link ad una mappa presente sul sito del parco (aggiornata al 22/8/2022) con le limitazioni ai sentieri e ai centri storici. Saluti

  3. Il sottoscritto è salito da Ussita a Frontignano nel 1967 gestendo il rifugio del CAI poi nel 71 ho costruito l’hotel Felicità.Il mio commento è di aver sentito dire dai turisti la mancanza di segnaletica.

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