MArCHESTORIE 2022 – Il festival dei borghi delle Marche

Le Marche sono una regione che sorprende per la grande varietà dei paesaggi incontaminati e la ricchezza di tesori, spesso poco noti anche a chi le abita. Un territorio ricco di storia millenaria, di capolavori artistici e di tradizioni, tra le cui pieghe secolari si adagiano miti, leggende, arcani e veri e propri misteri.

Il Festival MArCHESTORIE dal 2 al 18 settembre 2022 vi condurrà alla scoperta di tradizioni e storie conservate nei borghi marchigiani, che verranno messe in scena attraverso spettacoli teatrali, di musica e danza, rievocazioni storiche e tanti appuntamenti collaterali. Tre settimane di programmazione per un progetto della Regione Marche in collaborazione con AMAT e Fondazione Marche Cultura,

Dopo il successo della prima edizione del 2021, che aveva visto la partecipazione di cinquantasei comuni, l’edizione di quest’anno coinvolgerà oltre cento borghi, distribuiti nelle cinque province che compongono la regione.

Vi portiamo quindi alla scoperta dei borghi che hanno presentato i dieci migliori progetti in questa seconda edizione!

Montecosaro, Visso e Fiastra

Montecosaro è un piccolo borgo che si è sviluppato intorno all’anno Mille. A pochi chilometri dal mare e dalla catena montuosa dei Sibillini, il borgo è uno scrigno di tesori e conserva uno dei monumenti religiosi più importanti delle Marche: la basilica romanica di Santa Maria a piè di Chienti.

Situato nell’alta valle del Nera, Visso può vantare una ricca e antica storia, anche grazie alla sua posizione strategica tra Camerino, Foligno e Roma. Il centro storico stupisce per le imponenti mura, torri, case e balconcini medievali, palazzi gentilizi rinascimentali, portali in pietra scolpiti con stemmi di famiglia e motti latini. Il borgo, ancora fortemente ferito dal sisma 2016, aspetta di rialzarsi e tornare al suo antico splendore.

Fiastra è un comune sparso della provincia di Macerata, celebre per il suo lago artificiale e per gli affascinanti sentieri che conducono alle vette del Berro e della Priora, oppure alle gole del Fiastrone o alle Lame Rosse.

In questa edizione, i tre borghi si sono presentati in rete per raccontare la storia della “Montagna incantata” che ci appare maestosa, tra mito e magia, con il suo bagaglio di cultura che identifica la comunità che popola i Sibillini. Lo scopo è raccontare la vera essenza della montagna, con tutti segreti in essa contenuti, con le storie di personaggi fantastici, ma anche di semplici uomini e donne che nei secoli hanno popolato Sibillini. La Montagna è anche il luogo dove la leggenda colloca la Sibilla, il Guerin detto il Meschino, il folletto dispettoso Mazzamurello e tante altre figure della tradizione popolare locale.

Ascoli Piceno – Borgo di Castel Trosino

Castel Trosino è un piccolo borgo di origini medioevali, nel comune di Ascoli Piceno, che sorge sopra una roccia di travertino che racchiude in sé una serie importante di testimonianze storiche, architettoniche, culturali e ambientali. A valle della diga è possibile scorgere la confluenza del fiume all’interno dell’acquedotto romano che portava acqua alla città di Ascoli, mentre a monte del lago si trovano le sorgenti d’acqua sulfurea, detta anche salmacina, già conosciute dai Romani.

Nella seconda edizione del Festival, si racconterà il mondo rurale e, in particolare, l’antico rito del bucato e delle lavandaie di Castel Trosino. Le sorgenti del luogo, oltre che ad per uso termale, venivano utilizzate dalle donne per lavare i panni e, secondo la leggenda, l’utilizzo di quest’acqua rendeva la biancheria splendente. In tutto il circondario di Castel Trosino rimangono, ancora oggi, alcuni lavatoi in disuso, memoria della tradizione del mestiere delle lavandaie.

Matelica – Borgo di Braccano

Il borgo di Braccano si trova nel territorio del comune di Matelica. Si tratta di un piccolo borgo di circa 150 abitanti interamente decorato da murales. Una vera e propria galleria artistica a cielo aperto completamente gratuita, immersa in un ambiente particolarmente suggestivo e pittoresco. I coloratissimi disegni sono realizzati dagli studenti delle Accademie di Brera, Macerata e Urbino con la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo. Il borgo fa parte dell’Associazione Italiana Paesi dipinti, la sua caratteristica, a differenza di altri “paesi dipinti”, sta nel fatto che non i murales che decorano le facciate dei palazzi non sono dedicati a un tema specifico.

L’evento principale di quest’anno è ispirato a “Braccano ricordi”, storia tramandata oralmente dalla famiglia Olivi. Il progetto prende spunto dalla presenza dei Carbonai tra ‘800 e ‘900 nel borgo, ancora oggi testimoniata dal Sentiero delle Carbonaie che conduce all’Abbazia di Roti. Nonostante questo, non esiste nel borgo di Braccano alcuna rappresentazione del mestiere del Carbonaio e questa sarà l’occasione per colmare questa lacuna.

Macerata – Borgo di Villa Ficana

Villa Ficana è un borgo ottocentesco di case in terra e paglia nel comune di Macerata. Grazie al materiale con cui sono costruiti gli edifici, il borgo è considerato un esempio importante di tradizione costruttiva povera. Le case di terra sono una capsula del tempo che contengono e tramandano saperi preziosi e sempre meno diffusi, che si legano oggi a un futuro eco-sostenibile dal punto di vista architettonico, urbanistico e sociale.

Lo spettacolo che verrà messo in scena in occasione di MArCHESTORIE vuole creare un evento artistico che ruoti intorno all’idea del fuoco, fonte di vita ed elemento rituale per il borgo, ma anche di memoria collettiva dei frequenti incendi che hanno colpito Villa Ficana. Il fuoco, e gli altri elementi naturali, diventano simboli di una rinascita che coinvolge l’intera comunità: tradizioni e competenze lontane e vicine si intrecciano in un progetto di rinascita di “spazio e tempo”.

Fermo – Borgo di Torre di Palme

Torre di Palme è uno splendido borgo nel comune di Fermo che sorprende il visitatore con gli stretti vicoli, intrecciati tra le facciate fiorite delle case, che si aprono su spettacolari affacci sul mare e sulle colline circostanti.

Il progetto artistico di questa edizione vuole tramandare la tragica storia di due amanti, Antonio Iommi e Laurina Palloni, ancora oggi impressa nella toponomastica locale: una caverna di tufo nell’oasi verde del Bosco del Cugnolo è nota come Grotta degli Amanti.

La storia è ambientate nel 1911 durante la guerra Italo-Libica. Laurina e Antonio erano promessi sposi ma tenuti lontani dalla guerra; ad Antonio venne concessa una breve licenza e così face ritorno a Torre di Palme dalla sua amata. Terminata la licenza, i due fuggirono e si nascosero nel bosco. La coppia trascorse giorni felici nel loro rifugio d’amore, nel bosco, protetti e sorretti anche dalla solidarietà della gente del borgo. Il sogno d’amore si infranse presto: Antonio era un disertore e ricercato dalle autorità. Disperati e in preda alla paura di essere nuovamente separati, forse per sempre, i due innamorati presero la decisione più triste e drammatica, decidendo di togliersi la vita insieme. Laurina morì sul colpo mentre Antonio riportò gravi ferite per morire mesi dopo in ospedale, dove aver raccontato la sua grande storia d’amore.

Force, Venarotta e Palmiano

Force è un comune adagiato sulle colline marchigiane sorto in epoca alto-medievale. Il borgo deve una certa notorietà all’artigianato artistico del rame, ai calderai che hanno, per oltre mezzo millennio, forgiato oggetti in rame ad uso domestico ed ornamentale. Caratteristica dei calderai di un tempo era il loro linguaggio, conosciuto come baccaiamento, ricco di numerosi vocaboli, molti dei quali dimenticati. La tradizione vuole che questo linguaggio sia stato ideato dai calderai per comunicare durante le fiere e i mercati senza che i loro discorsi fossero ascoltati.

Il borgo di Venarotta si trova a ridosso dell’Appennino marchigiano, tra le valli del fiume Fluvione e del torrente Chiaro. Una caratteristica paesaggistica tipica è quella dei calanchi, un fenomeno provocato dall’erosione del terreno per effetto dello scorrere delle acque. Il nome del borgo, infatti, deriva dal latino venacava, luogo da petraia. Pregevoli croci e reliquiari, prodotti tra Quattro e Cinquecento, sono custoditi negli edifici sacri situati nel territorio comunale.

Palmiano deve il suo nome alla conformazione geologica del territorio sul quale è adagiato: le alture collinari che cingono il paese ricordano i rilievi del palmo di una mano, da cui palmi mano. Il castello di Palmiano fu fondato tra la fine del XIV e il XV secolo da una comunità di monaci appartenenti all’ordine benedettino dell’abbazia di Farfa.

La storia locale che viene proposta quest’anno vede come protagonisti un gruppo di briganti diventati leggendari, che nella metà dell’Ottocento hanno condotto le loro scorribande nel territorio, oggi compreso tra i tre comuni piceni, noto come la “Costa dei Guai”. Il pubblico conoscerà uno dei fuorilegge più famigerati di quel periodo, il brigante Coco, e con lui i briganti Tondi e il brigante trasformista, noto alle forze dell’ordine sia con il nome di Filippo Stredini di Macerata che con quello di Giuseppe Santini di Ascoli Piceno. Il racconto narrerà anche la storia del fuciliere Vincenzo Tedeschi, che commerciava e riparava armi collaborando con i briganti, e della Ragazza del Chiaro, la cui vera identità non è mai stata conosciuta.

Montefiore dell’Aso

Montefiore dell’Aso è un borgo medievale che sorge sulle colline tipiche del territorio marchigiani, nel primo entroterra della provincia di Ascoli Piceno. Il piccolo borgo è strettamente legato a tre pittori: uno nato tra queste dolci colline, Adolfo de Carolis, un altro ospitato qui, Domenico Cantatore, e il terzo veneziano, il celebre Carlo Crivelli, che nelle Marche ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi.

La piazza centrale di Montefiore dell’Aso diventa palcoscenico di un racconto di vita rurale, in cui si narra la condizione collettiva che permea la comunità locale dalle sue radici fino ad oggi, attraverso le generazioni. Dalla realtà immersiva del silenzio, in ascolto del rumore degli animali nella valle e del vento, il fruscio dei pipistrelli, le foglie di un albero di fico e il profumo della sera, la creazione di uno spazio fatto di luce, immagini, musica e quindi racconto.

Roccafluvione, Acquasanta Terme e Arquata del Tronto

Roccafluvione è un comune montano che si trova sull’Appennino marchigiano. Fino al 1863 era chiamato Roccaseregnana, per poi assumere il nome odierno, composto da rocca e Fluvione, che deriva dal latino Fluvius, corso d’acqua, fiume. Il comune può vantare un patrimonio paesaggistico e architettonico di pregio, oltre ad alcune importanti eccellenze agroalimentari come il tartufo

Acquasanta Terme è un comune che si trova lungo la via Salaria ed è inserito in un particolare contesto naturale, caratterizzato da colline e dalle montagne del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel cui territorio è compreso, e dai Monti Sibillini. Meta ideale per gli amanti delle escursioni grazie ai suoi boschi di castagni, abeti, faggi e querce, la località è conosciuta sin dal tempo dei Romani anche per le sue preziose acque termali oltre ad essere un importante bacino estrattivo di travertino.

Arquata del Tronto è l’unico comune d’Europa compreso tra due parchi nazionali, quello dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso e Monti della Laga. Di eccezionale valore ambientale la località Forca di Presta che sorge a 1.550 m s.l.m. ai piedi del Monte Vettore e che divide il confine marchigiano da quello umbro.

Nel corso dei secoli, la comunità di questo territorio è stata protagonista del fenomeno definito ribellismo contadino. In un primo tempo (XIV secolo) con comunità ascetiche ed ereticali, che hanno trovato rifugio nella montagna, successivamente con il banditismo cinquecentesco, l’insorgenza antifrancese nel Settecento e il brigantaggio post unitario. Tutto ciò ha prodotto una grande quantità di documenti storici, conservati negli archivi, e di leggende popolari conservate nella memoria collettiva.

Sirolo

Sirolo è un antico borgo medievale, immerso nel verde del Parco del Conero e affacciato sulle spiagge della Riviera. Da oltre vent’anni sul borgo sventolano le bandiere blu e moltissimi lo scelgono come meta per le vacanze anche per il fascino del suo borgo alto.

La storia che il borgo vuole raccontare è una di quelle che lo legano a filo doppio con il meraviglioso mare sul quale si affaccia. Secondo un racconto tramandato da secoli, una bellissima Sirena appariva spesso a largo del Monte Conero e, con il suo canto, ammaliava i marinai che, sedotti, la seguivano e finivano incatenati della Grotta degli Schiavi. La sirena veniva aiutata, nelle sue malefatte, da un demone marino che per punizione venne tramutato in pietra e spaccato in due. Quello che successe al demone servì da monito alla sirena che lascio il mare di Sirolo dove rimasero, in segno di giustizia, i due celebri faraglioni che svettano sul mare: le Due Sorelle.

Info utili

Questi e tanti altri borghi e storie vi aspettano per tre weekend di eventi alla scoperta della Regione Marche. Scoprite di più sul sito web ufficiale MArCHESTORIE | Racconti & tradizioni dai Borghi in Festa

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