Un viaggio nelle terre del Piceno

Vi accompagniamo in un viaggio, dal mare all’entroterra, alla scoperta delle Terre del Piceno e delle tradizioni che sono arrivate fino a noi grazie ai custodi di questo territorio.

Il porto di San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto, da sempre meta di turisti e diportisti svolgeva un ruolo fondamentale nell’antica Roma. Collegata alla capitale dalla Via Salaria era il punto di arrivo dei mercanti, che attraversavano gli Appennini e approdavano nelle terre del Piceno. Il porto commerciale è incentrato sul mercato ittico mentre la darsena turistica accoglie il maggior numero di imbarcazioni nel periodo estivo, quando la bella stagione permette la navigazione nelle calme acque di questa zona.

–> Un weekend a San Benedetto del Tronto: cosa fare e cosa mangiare

Da qui salpiamo anche noi, dal mare alla collina alla scoperta dell’artigianato locale e dei prodotti tipici legati ad esso.

Le Paiarole di Acquaviva Picena

La prima tappa di questo itinerario è Acquaviva Picena, il borgo delle Paiarole. Il loro lavoro è apprezzato in tutta Italia tant’è che i loro cesti sono stati per tanto tempo richiesti nelle più grandi città italiane come ci raccontano le ultime Paiarolare. Sono tra le poche rimaste, conservatrici di un’arte contadina che nel tempo sta via via scomparendo.

Le loro mani lavorano senza sosta i “fili di paia” comunemente detti “crolle”, per creare ogni sorta di utensile, dai cesti per la raccolta del grano e del mais, a semplici setacci per la farina; la lavorazione richiede molto tempo ma il risultato finale sarà duraturo nel tempo. Le Paiarolare ci raccontano che i mariti raccoglievano il grano necessario per la lavorazione e le “donnine” del paese si riversavano in strada chine su se stesse, intente alla lavorazione della paglia. I cesti erano utilizzati per trasportare il pesce e i setacci servivano inoltre per eliminare la farina in eccesso dalle olive all’Ascolana il che ci porta a conoscere il secondo protagonista
dell’itinerario.

L’oliva Ascolana Tenera

La varietà di Oliva Ascolana tenera è la pianta principe di questo territorio e persino i Romani se ne accorsero. Plinio racconta di quando i Romani conquistarono il Piceno; da quel momento in poi a Roma arrivarono olive eccellenti. L’acqua del mare veniva utilizzata per conservare le olive nelle botti e nel tragitto da San Benedetto fino a Roma, che poteva durare diversi mesi, si addolcivano ottenendo così olive di una bontà unica. Molte aziende del territorio cercano di preservare questo patrimonio genetico coltivando l’oliva Ascolana in modo naturale conservando così le caratteristiche organolettiche del prodotto. Oggi noi la conosciamo come l’oliva fritta più buona d’Italia.

–> La ricetta delle olive ascolane

A questo punto da Montalto ci spostiamo a Castignano per raccontarvi l’anice verde di questo borgo.

L’Anice verde di Castignano

Al “Salone del Gusto 2018” tra le 5 spezie più ricercate a livello Internazionale era presente anche l’anice verde di Castignano, un riconoscimento che ripaga i tanti sforzi fatti dall’omonima associazione
come ci racconta il presidente Sergio Corradetti.

Il profumo di questo minuscolo seme è possibile sentirlo a parecchi metri di distanza. Un prodotto stimato da tanti illustri autori del passato che ne avevano compreso gli effetti benefici; questo fatto testimonia l’importanza che Castignano e il suo anice hanno avuto nei secoli. “L’occhio l’anice avvalora e lo stomaco ristora, tra sue specie quello apprezza in cui trovi più dolcezza”. Con questa frase venne rappresentato l’anice verde di Castignano ed oggi l’associazione vuole riportare sulle tavole questo prezioso prodotto che verso la metà di luglio ci omaggia con una fioritura bianca colorando le colline Castignanesi. Utilizzato in cucina in molte preparazioni, è perfetto nella ricetta tradizionale dei biscotti secchi. Entrato a far parte dei Presidi Slow Food l’anice verde di Castignano è coltivato seguendo un rigido disciplinare; ma è tempo di spostarci a Offida dove il turismo riveste ancora un ruolo fondamentale.

Il merletto a tombolo di Offida

Offida è conosciuta in tutto il mondo per il merletto a tombolo, un’arte che si suppone venne importata nel 1300 ma che si diffonde in tutto il borgo nel 1700 quando in ogni casa del paese veniva impiegato il merletto a tombolo per tessere vestiti, tovaglie, tende e molte tipologie di tessuti che ancora oggi ritroviamo nelle abitazioni di Offida.

Si è tramandata fino a noi questa tradizione da madre in figlia e dagli anni 50 il turismo proveniente dalla costa ha fatto sì che questo borgo venisse riconosciuto come città del merletto. A inizio paese possiamo trovare il monumento dedicato alle merlettaie a simboleggiare l’importanza di questo mestiere e delle donne che lo svolgono.

–> 10 cose da fare e vedere ad Offida

Parlando di Offida non possiamo tralasciare il vino simbolo di questi terreni: il Pecorino. E ne parliamo insieme alla cantina Le Caniette produttrice di “OFFIDA PECORINO D.O.C.G”.

Ripatransone e il vino Pecorino

Qui a Ripatransone la collina porge il saluto al mare. Ed è proprio il mare l’elemento che caratterizza questo vino, ce lo dice lo stesso Giovanni Vagnoni titolare della cantina Le Caniette; l’influenza che l’Adriatico ha nei vitigni la ritroviamo poi all’interno del nostro bicchiere. 223 anni di storia fanno della famiglia Vagnoni una delle ambasciatrici di questo lembo di terra. Il legame fondamentale e la storia che li lega a questo territorio è la forza che muove l’azienda. Il mare è sempre stato parte integrante del mondo contadino; la storia narra che ai pescivendoli che passavano nelle campagne venissero commissionati grandi barattoli di alici pagandoli con prodotti del territtorio.

–> 10 cose da fare e vedere a Ripatransone

Video con i racconti dei testimoni delle tradizioni delle Terre del Piceno

Dalla collina chiudiamo l’anello ritornando al porto di San Benedetto, un viaggio che simboleggia l’importanza dell’entroterra del Piceno che ha contribuito nei secoli alla formazione di questa città portuale e che oggi noi apprezziamo per la sua bellezza. Vogliamo ringraziare Silvia Grilli che ci ha dato l’opportunità di visitare questi luoghi accompagnandoci in questo viaggio.

Info utili

Visita il sito del turismo della Regione Marche

Visita il canale YouTube dello Zaino dei Sapori

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