Storie e leggende della tradizione lauretana

Loreto è conosciuta in tutto il mondo per il Santuario dedicato al culto mariano, costruito dopo la miracolosa Traslazione della Santa Casa, l’umile dimora dove nacque la Vergine Maria, arrivata in volo da Nazareth. Tutt’oggi, se ci si rivolge alle persone del luogo, è possibile ascoltare il racconto di questo eccezionale avvenimento che ha colpito profondamente la fantasia popolare.

Intorno ad esso si è costruito un ricco bagaglio di leggende e storie che compongono la cosiddetta Tradizione Lauretana. Che siate scettici o credenti, siamo certi che non rimarrete indifferenti di fronte a questo patrimonio giunto fino a noi per trasmissione orale e scritta. Siete pronti a scoprirlo con noi?

1. La traslazione della Santa Casa di Loreto

Il fulcro attorno al quale ruotano tutte le leggende lauretane è la Traslazione della Santa Casa della Madonna di Nazareth che, secondo la tradizione, sarebbe stata trasportata dagli angeli, dalla Terra Santa fino all’Illiria per giungere poi in Italia, dapprima in una selva nei pressi di Recanati e infine sul colle di Loreto.

Era la notte tra il nove e il dieci dicembre del 1294 e da qui ebbe inizio la storia della città di Loreto. Attorno alla sacra reliquia si svilupperà nel tempo una delle più belle Basiliche del Rinascimento italiano custodita da un complesso architettonico militare di pregevole fattura.

Dipinto della traslazione della santa casa di Francesco Foschi
La “Traslazione” di Francesco Foschi

Secondo la tradizione popolare, la Santa Casa giunse a Loreto intorno alle tre del mattino. L’affascinante leggenda racconta che la gente del luogo, ancora immersa nel sonno, venne destata da una luce immensa e improvvisa che dal cielo illuminava il paesaggio sottostante. Tutti uscirono dalle case per ammirare lo straordinario avvenimento: una casetta, tenuta sospesa da bellissimi angeli, si librava nell’aria fino a posarsi su un colle coperto da boschi di lauri.

Intorno alla Casa sorse la città di Loreto ed oggi, chi si reca in questo luogo, trova un solenne e maestoso santuario che racchiude la Santa reliquia, l’antica dimora della Vergine Maria. 

La poesia della Traslazione angelica ha lasciato aperto il dibattito tra due fronti: da una parte coloro che la consideravano una semplice storia popolare, dall’altra chi inquadrava la vicenda in un miracolo autentico.

Che sia arrivata via mare (alcuni ipotizzano da parte dei Crociati) o per le azzurità del cielo, quello che conta è la sua autenticità, ampiamente provata dai rilievi archeologici fatti nel tempo.

Gli studi condotti sulle pietre della Santa Casa ne confermano l’origine palestinese. Su queste pietre sono stati ritrovati circa sessanta graffiti molto simili a quelli giudeo-cristiani del II – V secolo che si riscontrano in Terra Santa ed, in particolare, a Nazareth. Gli scavi archeologici effettuati sotto la Santa Casa hanno evidenziato che essa non ha fondamenta proprie e poggia su una pubblica via, confermando quanto narrato dal racconto del “miracoloso trasporto” .

2. Le quattro soste della Santa Casa

La tradizione vuole che la casetta di Maria, a Nazareth, fosse protetta da una chiesa ma i Saraceni abbatterono l’edificio per distruggerla. Fu allora che, nella notte del 12 maggio del 1291, alcuni angeli la sollevarono e la trasportano, dapprima in Dalmazia, in una località tra Tersatto e Fiume. Qui la Santa Casa non trovò devozione tra la popolazione e quindi gli angeli la risollevarono per trasferirla a Recanati.

Anche a Recanati le pietre conobbero diverse tappe: prima il porto, in una selva detta Banderuola infestata dai briganti, quindi in un terreno che apparteneva a due fratelli che finirono per litigare per dividersi le offerte dei fedeli, ed infine la quarta ed ultima traslazione avvenne in una strada pubblica sul Monte Prodo, esattamente nel luogo dove oggi si trova la splendida basilica. La sacra reliquia fu, sin da subito, oggetto di grande cura. Venne infatti eretto un muro per difendere la costruzione dalle intemperie e dal degrado del suolo.

Quello che troviamo oggi a Loreto è una grande testimonianza del passato: la Santa Casa nel suo nucleo originario, costituita di tre pareti in pietra alte circa tre metri, con una porta e una finestra (quella dell’Annunciazione), elementi che corrispondono esattamente ai rilievi archeologici di Nazareth. L’umile casa di Maria è custodita da un meraviglioso scrigno marmoreo ideato da Bramante.

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3. I fuochi della Venuta, i salti dei bambini e il tizzo 

In ricordo della Traslazione della Santa Casa nacque, a partire dal XVI secolo, la festa liturgica della Traslazione che si festeggia ancora oggi il 10 dicembre. Per l’occasione vengono accese fiaccole notturne e fuochi splendenti per far luce, simbolicamente, agli angeli trasportatori della sacra reliqua.

Attorno a questi fuochi gli uomini accendono i giochi pirotecnici mentre le donne offrono ai presenti vino e carne alla griglia, nella profonda sacralità di preghiere e canti in ricordo del grande evento. Quando le fiamme, accese alla mezzanotte, vanno spegnendosi, i giovani le saltano per purificarsi e ballano tutt’intorno finché il fuoco dura.

Il tizzo raccolto da quei bracieri è considerato un potente talismano, capace di annullare le azioni malefiche delle streghe. Ancora oggi, soprattutto nelle campagne, è possibile vedere i fuochi che illuminano questa notte santa. A Loreto, prima della mezzanotte la statua della Madonna viene fatta uscire in processione in mezzo al popolo che la accoglie con applausi e grida di festa.

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4. La “Madonna nera” di Loreto

La prima immagine della Vergine venerata nella Santa Casa era dipinta su una tavola lignea: secondo una tradizione secolare, era opera dell’evangelista San Luca, il medico-pittore, e gli apostoli l’avevano esposta a Nazareth.

Le cronache dell’epoca ricordano che la statua della Madonna presente all’interno della Santa Casa fosse scolpita in ebano, un legno scuro. Questo ha dato origine a credenze popolari che legano il colore scuro alla paura di Maria che essendo stata presente all’interno della casa durante il viaggio, sia diventata nera dalla paura. Altri imputano la particolare colorazione alla fumigazione delle candele.

La “Madonna nera” è probabilmente associata alla Grande Madre dei culti antichi, la dea della terra e della fecondità, il cui colore era il nero.

Nel 1921 un incendio avvenuto all’interno della Santa Casa, provocò la distruzione della statua originaria della Madonna. Quella che possiamo oggi venerare è opera di Leopoldo Cellani, scolpita nel 1922 su legno di un cedro del Libano dei Giardini Vaticani. È una Madonna nera ricoperta di vesti dorate e gioielli, eppure ciò che prevale è la semplicità e l’essenzialità della sua postura, del suo sguardo materno pieno di misericordia. 

5. “Le mura che prendono le distanze” e che rimangono nere 

Tra le pareti della struttura originaria e il muro eretto a sostegno tutto intorno agli inizi del XIV secolo si è creato uno spazio. A questo fenomeno difficile da spiegare ha provato a rispondere Baldassare Bartoli nel 1686 nel libro “Le glorie maestose del Santuario di Loreto” che scrive “È grande il miracolo che queste angeliche mura, non volendo appoggio profano, non si siano mai unite, né incorporate alle fabbriche novelle”. Suscitano notevole sorpresa anche le mura  nere delle Casa che nonostante si tentò di pitturarle esse tornarono, nel gito di una notte, sempre nere. Secondo la tradizione lauretana “la Madonna era tanto povera e la sua casetta non aveva neppure il camino, per cui il fumo aveva annerito le sue pareti”.

6. Loreto, città del volo

Dall’antica devozione del “trasporto miracoloso”, il 24 marzo 1920 Papa Benedetto XV, accogliendo i desideri di molti piloti d’aereo reduci della prima guerra mondiale, proclamò la Madonna di Loreto “patrona degli aeronauti” per aver sorvolato i continenti con la sua Casetta. Il 12 Settembre dello stesso anno ebbe luogo a Loreto una cerimonia religioso-patriottica per la proclamazione della Madonna di Loreto come «La principale patrona presso Dio di tutti i viaggiatori in aereo». I primi aerei vennero chiamati chiese volanti, poiché invocavano la protezione della Madonna di Loreto.

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7. La lumachella in bronzo

Se volete tornare presto a far visita alla basilica di Loreto dovrete trovare la lumachella in bronzo scolpita sulla parte centrale sinistra dell’ingresso e darle un bel bacio.

8. Il furto di Napoleone

L’imperatore nel 1797 saccheggiò il tesoro del santuario e rapì senza pietà la venerata statua della Vergine per collocarla nel museo del Louvre di Parigi dove rimase fino al 1802. Si racconta che dopo il furto e per tutta la permanenza in Francia della statua, il cielo di Francia registrò delle strane anomalie: il mare si aprì per tre giorni e tre notti e non si fece mai giorno.

Quelle che vi abbiamo narrato sono solo alcune delle leggende che compongono l’ampia e complessa Tradizione Lauretana. Vi aspettiamo nelle Marche per continuare a scoprire il bagaglio culturale e spirituale legato al santuario di Loreto. Per un assaggio permeato di musica e spiritualità vi lasciamo il video del nuovo singolo “Ave Maria” di Andrea Bocelli, girato all’interno della Basilica di Loreto.

Info Utili

Fonti

  • Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Marche” (Fabio Filippetti/Elsa Ravaglia – Newton Compton editori – agosto 2010)
  • “Forse non tutti sanno che nelle Marche…” (Chiara Giacobelli – Newton Compton editori)

Foto di copertina di Paolo D’Angelo (dal contest “Porta le Marche nel mondo con le tue foto)

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One thought on “Storie e leggende della tradizione lauretana

  1. Non avevo mai sentito la storia miracolosa di Loreto, città sconosciuta a me meridionale siculo.
    L’apprendimento dell’evento miracoloso, mi ha inizialmente perplesso, ma subito dpo mi ha toccato profondamente e commosso, rinnovando in cuòr mio sentimenti di Fede.

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