Un panorama mozzafiato verso l’orizzonte, una grande biodiversità, un territorio esteso che comprende Ancona, Camerano, Numana, Sirolo e Portonovo. Siamo in provincia di Ancona, nel Parco Naturale del Conero, una vera e propria oasi ambientale nata attorno al Monte Conero una macchia mediterranea tra il cielo e il mare.
Il nome di questo monte e del parco, deriva da Komaròs, per gli antichi greci, il Corbezzolo anche detto “ciliegio marino”: una pianta arbustiva sempreverde che in autunno produce le caratteristiche bacche colorate dall’ arancio al rosso vivo.
Ecco le 10 cose che vi consigliamo di vivere e assaporare in questo vero e proprio angolo di paradiso.
1. Cento passi per scoprire il Parco del Conero
Lo sapevate che bastano cento passi per comprendere la ricchezza naturale, storica e culturale del Parco del Conero? Il centro visite è concepito come una struttura polifunzionale ed ecosostenibile, dove i turisti possono trovare tutte le informazioni necessarie per esplorare i 18 sentieri nei boschi e le scuole realizzano programmi didattici mirati collegati anche all’archeologia.
Ma quello che colpisce di più entrando è il pannello introduttivo con i numeri del Parco istituito nel 1987 esteso su ben6.011 ettari: 10.000 rapaci passano qui ogni anno, ci sono ben 26 specie di mammiferi, 6 specie di anfibi e persino 470 specie di farfalle…
2. Arrivare alla meta: escursione al Passo del Lupo
Vi siete mai soffermati sul vero significato del verbo “incantare”? Riuscirete a comprenderlo percorrendo il sentiero che porta al celebre Passo del Lupo, utilizzato anche dai minatori che lavoravano nella cave presenti in questa zona e che anticamente portava alle Due Sorelle.
Dal punto panoramico del Belvedere, dove scatta il divieto di proseguire con le macchine, si percorre il sentiero costellato di scorci, panorami e boschi, vi consigliamo di farvi accompagnare dalle guide autorizzate di Forestalp che vi spiegherà la storia e vi saprà indicare la strada con tutte le sue particolarità. Vale la pena farsi questa passeggiata di circa 45 minuti perché una volta arrivati a questo punto, avrete di fronte agli occhi l’orizzonte e il mare Adriatico, rimarrete incantati nel vero senso della parola. Guardate qui!
3. La purezza dell’architettura della Chiesetta di Santa Maria di Portonovo
Dopo essere rimasti a contemplare il mare dall’alto del Passo del Lupo, si scende verso Portonovo per una tappa obbligata alla Chiesa di Santa Maria. La perfezione dell’architettura romanica viene enfatizzata dalla luce che filtra dalle piccole bifore, creando un’atmosfera rarefatta, unica e pacifica. Questa chiesa è stata costruita nell’XI secolo e sovrasta una scogliera calcarea su cui è arroccata.
È un gioiello di architettura romanica splendidamente conservato, la sua pietra bianca e la sua pianta a croce greca suddivisa in cinque navate hanno un’armonia perfetta che fa venire voglia di raccogliersi per un attimo, riflettere e pregare.
4. La Baia di Portonovo
Dopo la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, è d’obbligo fare una passeggiata nella baia, qui tra il rumore delle onde del mare che si infrangono sui sassi bianchi si scorge la Torre De Bosis, ora di proprietà privata, costruita nel Settecento e utilizzata per la difesa dai pirati, poco distante il fortino napoleonico, anch’esso baluardo militare ora sede di un lussuoso albergo, camminando ancora si arriva ad una capannetta di pescatori e poi ad alcuni ristoranti pronti a sfamare i turisti che hanno voglia di assaggiare il cibo tipico della zona.
Qui si può fare un pranzo o una cena ammirando il verde intenso della macchia mediterranea che si staglia a picco sul mare tra rocce bianche e l’azzurro del mare. Ancora più caratteristico è fare una passeggiata in questi luoghi quando ormai la stagione estiva è finita, se trovate una giornata ventosa con il mare in burrasca, l’atmosfera del mare d’inverno vi avvolgerà.
5. Un piatto succulento: i moscioli
Non si può restare con le mani in mano di fronte ad un piatto di “moscioli di Portonovo”, vi suggeriamo di assaggiarli almeno una volta nella vita! Sono delle cozze “selvagge”, cioè che si riproducono naturalmente e vivono attaccate agli scogli, la loro presenza è testimoniata fin dall’inizio del Novecento, quando si raccoglievano con l’attrezzo tipico simile ad un forcone, detto la “moscioliera”.
Questi mitili sono oggi presidio SlowFood e sono buonissimi se mangiati appena pescati. Noi, durante il blogtour #marchenatura abbiamo avuto l’occasione di mangiare dei moscioli pescati a mano e anche dei moscioli gratinati! Ci stiamo ancora leccando i baffi!
6. Perdersi nelle misteriose Grotte di Camerano
Sono come un labirinto e si estendono nel sottosuolo del centro storico di Camerano, tanto che si dice: “Di Camerano ce n’è più sotto che sopra”, queste grotte sono un mondo sotterraneo da esplorare così come il borgo in superficie! La loro origine è artificiale e sono state scavate dall’uomo durane Neolitico, la funzione di queste grotte nel corso della storia è stata molteplice, erano utilizzate come raccolta per l’acqua potabile, come approvvigionamento di materie prime e per motivi religiosi.
Ma quello che più rimane impresso nel sentire i racconti della guida che ci accompagna sempre i visitatori, è l’aneddoto legato alla Seconda Guerra Mondiale: proprio in queste grotte, gli abitanti di Camerano si rifugiarono per 18 giorni nel luglio del 1944 e qui fu allestito un ospedale per curare i feriti. Ogni stanza e ogni cunicolo ha la sua particolarità: la stanza del sole ha un’acustica particolare e un soffitto parabolico oppure la stanza con la pianta a forma di Venere si ritrovava all’epoca solo in Egitto.
Il percorso, lungo circa un chilometro, si snoda sotto i vari palazzi nobiliari della città e le grotte prendono il nome proprio da queste potenti famiglie, come la Grotta Mancinforte che costituisce uno degli assi principali, oppure la grotta Ricotti, uno degli ambienti più suggestivi, in passato fu una chiesa sotterranea e oggi spazio per mostre d’arte contemporanea. Per visitare le grotte, info qui
7. Il belvedere di Sirolo
Tra il verde del Monte Conero e il blu del mare, c’è Sirolo, un grazioso borgo medievale con una piazzetta piena di locali e sempre vivace che si staglia su una terrazza del belvedere con una vista mozzafiato. Questo borgo, attorno all’anno mille acquistò la propria identità di rocca fortificata, i suoi vicoli e le sue torri conservano quel fascino medievale.
Proprio nel Medioevo, Sirolo, fu uno più importanti centri d’incontro dei movimenti francescani che qui, insieme ad altri ordini monastici, trovarono rifugio. Perdersi in questo delizioso paesino a picco sul mare significa fotografare in ogni angolo scorci meravigliosi, casette colorate, vicoli fioriti. Dall’alto di Sirolo, situato a 125 metri di altezza, si può vedere un panorama magnifico del Monte Conero a picco sul mare.
8. L’antica Numana e il suo Antiquarium Statale
A pochi chilometri da Sirolo c’è Numana, uno dei nove porti turistici delle Marche. Dalla Piazza Nuova con la Fontana e il Rudere Romano, basta fare cento metri per ripercorrere tutta la storia dai romani al 1663. A pochi passi dalla piazza c’è il belvedere da dove si ammira l’immensità del mare e le spiagge sottostanti.
Dopo esserci rifatti gli occhi con il pieno di bellezze naturali è il momento di restare ammaliati dagli ori e dai gioielli delle popolazioni antiche. Dietro la piazza del municipio c’è il famoso Antiquarium Statale di Numana, aperto al pubblico dal 1974. Questo luogo espositivo conserva i tesori dell’antica città di Numana, che in passato fu il più importante centro piceno dell’età protostorica, come testimoniano le numerose necropoli che coprono un arco temporale molto lungo (IX-III sec. a.C.).
Questi reperti documentano gli insediamenti nel versante sud-orientale del Monte Conero, seguendo un ordinamento cronologico comprendente le principali fasi culturali, dal Paleolitico fino alla tarda età romana. Un viaggio nella storia reso ancor più irresistibile dalla Tomba della Regina, chiamata così perché questa ricca signora picena era stata sepolta con il carro ed il calesse e con i suoi tanti gioielli. Nel museo possiamo ammirare la ricostruzione quasi totale con gli antichi resti! Per visitare il museo, info qui
9. Una gita a cavallo
Non si può andare via dal Conero senza provare il brivido di una gita a cavallo tra le colline d’autunno e il paesaggio dell’entroterra così sinuoso in questa zona. Erik ci accompagna alla scoperta della sua scuderia, ci porta a cavallo tra le vigne…Ci insegna ad andare al trotto e al galoppo! Dopo l’attività fisica è d’obbligo un aperitivo fatto di salumi e formaggi prodotti nelle Marche!
10. Scorci marchigiani da fotografare
Non possiamo che concludere questo post affidandoci alle immagini che descrivono molto più delle parole i paesaggi, gli scorci e la natura che ci troviamo di fronte quando visitiamo il parco del Conero, tra centri abitati e zone selvagge, qui chiunque ha uno smartphone o una macchina fotografica in mano non smetterà di scattare splendide fotografie!
Info utili
- Abbiamo esplorato questo parco ricco storie e leggende con il blogtour #marchenatura che ha visto la partecipazione della blogger Cristina Pasin del blog Parliamo di Viaggi e dell’instagramer Ilaria Barbotti (@Ilarysgrill su Instagram) accompagnati da Federica Mariani, del Social Media Team Marche. I partecipanti hanno visitato Sirolo, Numana, le Grotte di Camerano, Portonovo. si ringrazia per l’ottima organizzazione Marco Zannini, diretto del Parco, Filippo Invernizzi responsabile cultura, educazione alle attività ecosostenibili e Comunicazione, Cristina Gioacchini addetta stampa del parco.
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