Raffaello 2020 nelle Marche: il calendario dei festeggiamenti del cinquecentenario di Raffaello

Le Marche e i suoi personaggi illustri: dopo Rossini e Leopardi , ecco il divin pittore Raffaello celebrato nel 2020, anno in cui ricorreranno i 500 anni dalla morte del grande artista urbinate, genio del Rinascimento italiano.

#Raffaello2020. Gli eventi nelle Marche dedicati al grande maestro urbinate.

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  • Raffaello: Una mostra Impossibile. Dal 22 Novembre 2019 presso l’Aeroporto Raffaello Sanzio di Ancona

La Regione Marche inaugura le celebrazioni del 500° anniversario dalla morte di Raffaello con una mostra monotematica che raccoglie 45 dipinti – compreso l’affresco “La scuola di Atene” – riprodotti rigorosamente in dimensioni reali (scala 1:1) e con un’altissima definizione.

Scarica un’anteprima delle opere di Raffaello presso “La Mostra Impossibile”

Con Le Mostre Impossibili nasce un nuovo genere di museo destinato non solo a coloro che amano l’arte ma anche a quel vasto pubblico di persone che non frequenta abitualmente i musei e ai giovani, particolarmente attratti dalle nuove tecnologie: un’istanza di democrazia culturale!

La mostra di avvale della preziosa collaborazione di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo. Dopo l’esposizione dal 22 novembre presso l’aeroporto delle Marche fino al 2 febbraio, sarà trasferita in 5 importanti sedi europee, ad iniziare da Bruxelles!


  • La mostra “Raffaello e gli amici di Urbino” fino al 19 gennaio 2020 presso la Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale di Urbino.

Raffaello, un genio che trovò ad Urbino l’ “ambiente di coltura e cultura” che gli consentì di diventare quello che è stato.

La mostra “Raffaello e gli amici di Urbino” a cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, con la direzione di Peter Aufreiter sarà visitabile fino al 19 gennaio 2020.

Ad Urbino, e nelle Marche, Raffaello respirò arte fin da subito, nella attivissima bottega del padre Giovanni Santi. Crescendo e lavorando in ambiente in fermento e di confronto con gli artisti impegnati alla Corte dei Montefeltro e nel Ducato. Artisti che lo avvicinarono ai venti nuovi che sul mutare del secolo, tra Quattro e Cinquecento, rivoluzionarono l’arte in Italia e in Europa.

Il fascino del cambiamento artistico tra ‘400 e ‘500

Filo conduttore della mostra è l’attività dei pittori urbinati Timoteo Viti (1469-1523), Girolamo Genga (1476-1551) e Raffaello Sanzio (1483-1520).

Diversi per età, per talento e per formazione, i tre artisti reagiscono variamente alle sollecitazioni che incontrano allontanandosi dalla città natale, mossi da una volontà di aggiornamento che li accomuna, ma che li porterà a compiere scelte molto differenti. Pur incrociandosi più volte, i loro percorsi divergeranno infatti significativamente.

Dal Direttore Aufreiter “Indaga e racconta, per la prima volta in modo così compiuto, il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operosi a Urbino che accompagnarono, in dialogo ma da posizioni e con stature diverse, la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la memorabile stagione romana”.

Fondamentale il ruolo giocato dagli umbri Perugino e Luca Signorelli nella formazione e nel primo tratto dell’attività di Raffaello e in parallelo dei più maturi concittadini Girolamo Genga   e Timoteo Viti, artisti che ebbero a intersecarsi con il periodo fiorentino e con i primi tempi della presenza romana di Raffaello.

Seguendo la loro storia attraverso diversi contesti la mostra permette di assistere al passaggio dalla pittura del tardo Quattrocento alla piena fioritura della Maniera moderna, osservandone spinte propulsive, accelerazioni e resistenze.

L’Itinerario espositivo

L’itinerario espositivo è articolato in 6 sale, che conducono dalla fase più acerba della attivitàdei tre artisti a Urbino fino alla grandiosa stagione romana di Raffaello e al suo lascito.

Sala IUrbino alla fine del Quattrocento: Raffaello giovane e gli esordi di Timoteo Viti Sala IIRaffaello e Girolamo Genga tra Firenze e Siena
Sala IIILe strade di Raffaello e Genga nel secondo decennio Sala IVDue frammenti dell’attività di Raffaello nella Roma di Giulio II e di Leone X
Sala VL’attività di Genga in Romagna e l’epilogo urbinate di Viti Sala VIDopo Raffaello

  • Raphael Ware a Urbino. 147 ceramiche collezione privata testimoniano influsso Raffaello presso la Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale di Urbino.

Per celebrare nelle Marche i 500 anni della morte di Raffaello non perdetevi le 147 maioliche provenienti dalla più grande collezione privata del mondo in questo settore: “Raphael Ware (le ceramiche di Raffaello). I colori del Rinascimento a Urbino” fino al 13 Aprile 2020 sempre nelle Galleria Nazionale delle Marche al Palazzo Ducale di Urbino.

Coppa, Angela bella, Urbino o Gubbio, 1530/1545 ca.

Seguendo il gusto rinascimentale per la decorazione figurata, i pittori di maiolica – tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento – iniziano a coprire ogni superficie disponibile dei loro oggetti, con istorie di ogni sorta. Le composizioni possono essere invenzioni originali degli stessi maestri ceramisti o riecheggiare quelle delle arti maggiori, ed ancora, essere estratte da xilografie o incisioni.

Nel ducato di Urbino, Casteldurante, Gubbio, Pesaro ma, soprattutto, il capoluogo, divengono famosi per l’istoriato. Urbino è infatti la città che, nella seconda metà del Quattrocento, il Duca Federico trasforma in una delle capitali del Rinascimento, richiamandovi i massimi esponenti della cultura del tempo ed edificandovi il Palazzo Ducale, capolavoro indiscusso della storia dell’architettura di ogni tempo. La città che, di lì a poco, proprio per il clima culturale instauratovi, dà i natali a Raffaello, il pittore la cui levatura ancora giganteggia nel panorama artistico universale.
Proprio il contesto che dà vita al genio raffaellesco, fornisce l’humus creativo e la formazione artistica necessari alla nascita ad alcuni dei più grandi artisti della maiolica italiana: Nicola da Urbino, Francesco Xanto Avelli e Francesco Durantino.


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