La Prospettiva delle Marche a #Expo2015: intervista a Giancarlo Basili

Dalla sua poetica degli spazi, dalle scene e dagli oggetti passa tanta storia del cinema italiano. Moretti,Bellocchio, Pupi Avati, Salvatores, Ozpetek, Ferreri hanno chiesto a lui di essere l’interprete formale e visivo di film memorabili. Suo il suggerimento di scegliere Ancona e il suo porto per “La Stanza del Figlio”, sua la scelta della piscina – tra le oltre 200 scartate –  di “Palombella Rossa”, un luogo/icona che è il film. Marchigiano legatissimo al paesaggio delle sue matrici ha scelto di costituire a Montefiore dell’Aso il centro di documentazione scenografica all’interno del Polo Museale di San Francesco – accanto al sublime polittico di Carlo Crivelli. A lui che tanto si è speso per le ultime edizioni di Expo –  dal Padiglione Italia a Shanghai al Padiglione Zero di Milano – la Regione Marche ha affidato la concettualizzazione/rappresentazione della White Cube, in stretta collaborazione con Aldo Bonomi.

Intervista a Giancarlo Basili – scenografo, set designer della mostra “La Prospettiva di Vita”

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Giancarlo Basili. Photo ©cinziacamela.com

– Qual è il senso della white cube e quale immagine restituisce lo spazio?

Dal mio punto di vista, e con Simone Cumella mio collaboratore, è un luogo di grande essenzialità, di pulizia dell’immagine e dell’ambiente. La scelta del bianco restituisce equilibrio allo spazio e cita l’idea di una grande galleria d’arte con immagini in movimento.
Lo spettatore interagisce con lo spazio attraverso monitor completamente bianchi che al solo tocco trasformano la staticità iniziale con la dinamicità delle immagini.

– Come è nata l’idea di affidare ai filmaker la responsabilità dei 15 quadri?

L’idea di affidare ai filmaker è nata insieme ad Aldo Bonomi. Abbiamo pensato che l’idea giusta fosse raccontare la Prospettiva di vita e la Longevità attraverso lo spirito creativo di giovani registi  della regione responsabilizzati su temi precisi forniti da noi.
Penso che le Marche sia l’unica Regione italiana che ha adottato questa idea per Expo. E’ stata un’esperienza interessante mettere insieme questo  gruppo di persone, e devo davvero ringraziare la Fondazione Marche Cinema Multimedia e Cristiana Colli per il grande contributo fornito. E’ stato bello e sorprendente scoprire a fine lavoro 15 filmati completamente diversi  l’uno da l’altro con immagini delle Marche originalissime e di grande poetica visiva.

– La Regione Marche ha intrapreso con questa scelta un percorso unico, quello di affidare a giovani filmaker la propria rappresentazione. Qual è il bilancio di questa esperienza?

La Regione Marche forse ha dato una grande svolta con questa idea. Raimondo Orsetti, con il suo meraviglioso gruppo, ha seguito il nostro progetto con grande sensibilità fino al grande evento Expo. E’ per dire che questa scelta è stata fortemente voluta e sostenuta nel racconto della regione con filmaker giovani dai punti di vista molto diversi e fuori dai canoni tradizionali.

– Cosa trova il visitatore entrando nella white cube della regione Marche?

Il visitatore entrando ha la sensazione di trovarsi all’interno di uno spazio completamente vuoto, asettico, bianco. Le grandi cornici inquadrano dei touch-screen apparentemente spenti che con un leggero movimento svelano i 15 filmati a tema della durata di circa 2 minuti. Attraverso l’utilizzo di auricolari si può ascoltare il racconto visivo del filmato.
Lo spazio, così come è stato concepito, si mette a disposizione del significato del racconto e delle immagini.

 

Cristiana Colli, autrice di questo articolo, è giornalista e curatrice di progetti culturali. Maggiori informazioni sulla sua biografia e Curriculum Vitae su Linkedin e AASTER.

 

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