5 rocche per 5 borghi delle Marche

Quando dici Marche dici bellezza e pluralità di paesaggi, di eccellenze adatte a tutti, dalle colline ad uno dei mari più limpidi dell’Adriatico, dal fascino del sottosuolo a Frasassi fino ai tanti borghi che popolano tutto il territorio.

E quando dici borghi dici storie, emozioni, luoghi, dialetti e sapori di un tempo, conservati – magari – vicino ad un’opera d’arte di assoluto valore custodita in una chiesetta, ma al tempo stesso intendi anche un tuffo nel Medievo, che puoi fare nelle tante rocche che sorgono nelle Marche.

Oggi vi raccontiamo 5 meravigliose rocche in 5 borghi certificati delle Marche, una per ogni provincia. Non ce ne vogliano i tanti altri borghi che oggi non menzioniamo, ma sarebbe stato impossibile citarli tutti perché la maggior parte di essi vanta almeno una rocca. Perché? Vi chiederete. All’epoca c’era la necessità di costruire castelli e rocche che permettessero di proteggersi dagli attacchi nemici. Per questo motivo il territorio delle Marche è ricco di castelli, manieri e rocche dislocati tra le sinuose colline.

1. Fortezza Medievale di Acquaviva Picena

Iniziamo in ordine alfabetico: Acquaviva Picena, borgo certificato sul quale sventolano la Bandiera Arancione e la Bandiera Verde, è caratterizzato dalla Rocca, vero capolavoro di architettura militare rinascimentale, la cui prima costruzione risale al XIV secolo da parte dei nobili della famiglia Acquaviva. Riedificata nel 147, la Rocca – altrimenti chiamata fortezza – presenta una pianta a quadrilatero irregolare, che racchiude un’ampia corte centrale con pozzo e i vertici rafforzati da torrioni.

Una veduta dall’alto della Rocca (Foto: pagina Facebook Fortezza di Acquaviva Picena)

È situata su un colle a 365 metri slm, in una posizione strategicamente importante che ha sempre permesso di avere il controllo visivo di una grande porzione di territorio, che spazia dal vecchio incasato di Acquaviva Picena al mare, dalle valli e le colline più vicine al Monte dell’Ascensione, ai Monti Sibillini, fino a giungere, nelle giornate di sereno, al Gran Sasso e alla Maiella.

L’interno ospita attualmente un interessantissimo Museo delle Armi Antiche e, nei mesi estivi, è protagonista di numerose manifestazioni, tra cui “Sponsalia”, rievocazione storica del matrimonio tra Forasteria di Acquaviva e Rinaldo di Brunforte, con cortei in costume, festeggiamenti, giochi e spettacoli.

La Rocca di Acquaviva Picena (Foto: @marinella_guglielmi – da Instagram)

L’attività tradizionale del borgo è la produzione di cesti di paglia, effettuata secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. A tal proposito, da non perdere è il Museo della “Pajarola”, che ospita una vasta raccolta di cesti, utensili da cucina, bamboline realizzate con intreccio di paglia, vimine e materiali naturali.

Uno scorcio di Acquaviva Picena (Foto: @marinella_guglielmi – da Instagram)

Nel borgo di Acquaviva Picena si possono assaggiare diversi formaggi tipici, le peschette dolci, il frustingo (dolce tipico marchigiano a base di frutta secca e fichi) e svariati vini (Rosso Piceno doc, Rosso Piceno Superiore doc, Falerio doc e Offida doc).

2. Rocca d’Ajello a Camerino

Nell’entroterra della provincia di Macerata troviamo la Rocca d’Ajello, un’antica fortezza dei duchi Da Varano, signori di Camerino fra il ‘200 e il ‘500. Sorge su un’altura boscosa a 10 km da Camerino e a 30 km da Macerata e domina la valle tra Camerino e Castelraimondo.

La struttura è composta da 2 torri con merlatura guelfa erette da Gentile I da Varano intorno al 1260, e da un corpo centrale aggiunto nel ‘400 da Giulio Cesare Varano per utilizzare la fortezza come villa. Oggi è spesso scelta come location per matrimoni ed altri eventi, grazie al fascino dei giardini del castello pieni di fiori, immersi nei vasti ambienti medievali o nella grande corte interna, che offrono una cornice romantica ed esclusiva. 

La Rocca d’Ajello a Camerino (Foto: Gionata Taddei)

Camerino è un borgo universitario posto a 670 metri slm, al centro di una zona montana incontaminata. Anche se al momento sta fronteggiando la dura strada della ricostruzione dopo il sisma del 2016, Camerino – borgo certificato Bandiera Arancione – resta il luogo di culto della Santa Camilla Battista Varano (il cui corpo viene custodito in una teca all’interno del Monastero di Santa Chiara).

A poca distanza dalla città troviamo il Convento di Renacavata con la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, le tradizioni culturali (la città ha dato vita alla più significativa scuola pittorica delle Marche), gli impianti sportivi all’avanguardia (punto di riferimento per il turismo sportivo in un contesto ambientale intatto) e le bontà della cucina locale (il torrone, ad esempio, è una prelibatezza De.C.O., denominazione comunale d’origine, entrata nel Guinnes dei primati).

A Camerino l’antico convive con strutture all’avanguardia, come l’Accademia della Musica “Franco Corelli” donata alla città dall’Andrea Bocelli Foundation (700 metri quadrati per 160 studenti, costruita in 150 giorni).

3. Rocca Roveresca a Mondavio

Lungo la vallata del Cesano si trova l’imponente Rocca di Mondavio, sorta su una precedente costruzione per volere di Giovanni della Rovere. Francesco di Giorgio Martini, lasciandola incompiuta, vi lavorò dal 1488 al 1501 anno della sua morte. Offrire prospettive sfuggenti ai micidiali colpi di bombarda, questo il motivo per cui si nota un notevole mastio su base poligonale – con il tipico giro di caditoie e merli – insieme a torri e torrioni: questo ingegnoso apparato non aveva, infatti, la funzione di contrastare i colpi di cannone avversari, come si era solito fare fino ad allora. Non avendo mai subito attacchi la Rocca è ancora oggi in ottimo stato.

La Rocca Roveresca vista dall’alto (Foto: www.mondavioturismo.it)

Il Museo di Rievocazione storica e armeria ubicato all’interno, si articola in due sezioni dedicate rispettivamente alle armi antiche e alla rievocazione storica della vita del castello in età rinascimentale. L’allestimento di diverse ambientazioni della rocca con statue di cera, offre, soprattutto ai più piccoli, un divertente spaccato dell’epoca rinascimentale, con tanto di manichini in costume e armi dal ‘400 al ‘700. È possibile inoltre visitare le antiche prigioni, la sala del forno, il deposito delle munizioni e la stalla.

La Rocca di Mondavio (Foto: Alessio Pegli)

Mondavio vanta un centro storico fra i meglio conservati delle Marche: il borgo è racchiuso ancora oggi in una cinta muraria che si estende per 780 metri di lunghezza e rientra tra I Borghi più belli d’Italia, oltre ad essere Bandiera Arancione e Bandiera Verde.

4. Rocca di Moresco

La Rocca di Moresco è singolare, perché caratterizzata da una torre eptagonale a merlatura ghibellina alta 25 metri che domina dall’alto la valle dell’Aso.

Costruita originariamente come torre di avvistamento e di difesa (siamo nel XII secolo), al suo interno è stata predisposta una moderna scala per salire sulla sua sommità dalla quale godere una stupenda veduta dell’intero paesaggio delle colline, delle valli e dei paesi fermani. Attualmente è ritenuta l’emblema più rappresentativo della comunità.

In età comunale il castello di Moresco riveste un importante ruolo strategico nella guerra condotta da Fermo contro Ascoli e i suoi alleati: il colle è posto infatti a controllo delle vie che dalla sottostante valle dell’Aso, dalla città di Fermo e dal mare si incrociano e si raccordano per dirigersi verso Monterubbiano e le regioni interne e verso Montefiore e il meridione.

Moresco: in primo piano la torre eptagonale, sullo sfondo la torre dell’orologio (Foto: Andrea Del Zozzo)

Moresco è un borgo medioevale pressoché intatto; inserito tra I Borghi più belli d’Italia il castello ha una pianta vagamente ellittica, che presenta al vertice l’imponente torrione eptagonale. Un’altra torre minore, detta dell’Orologio e risalente al ‘300, sovrasta la porta di accesso al paese; un’ulteriore porta pedonale è stata aperta in tempi successivi sul lato sud-ovest delle mura.

La piazza di Moresco (Foto: Ambra Simonetti)

La piazza, luogo di grande suggestione dalla pianta triangolare, è stata ampliata nel secolo scorso e si presenta come un elegante portico gotico, abbellito da una Madonna con Bambino di Vincenzo Pagani (1490-1568), l’artista originario di Monterubbiano che lasciò nelle Marche numerose opere di pregio (nella sala consiliare troviamo anche una sua grande pala d’altare).

In questo video ti portiamo alla scoperta di Moresco

5. Rocca di Offagna

Nel cuore di Offagna sorge un castello del ‘400 che domina dall’alto di una rupe tutto il territorio circostante. Un tempo baluardo di difesa della città marinara di Ancona, oggi con le sue merlature di tipo ghibellino a coda di rondine è una rocca tutta da esplorare.

Nel 1454 Papa Niccolò V cedeva ad Ancona la giurisdizione di Offagna, ed Ancona costruì, sopra il castello esistente (in soli due anni), la Rocca così come oggi si presenta: un edificio pressoché quadrangolare con mastio eccentrico che poggia su una rupe tufacea che ne aumenta moltissimo il potere difensivo. Vista la posizione strategica non era necessaria la presenza di alcun fossato; d’altra parte gli ingressi si trovavano a notevole altezza rispetto al terreno, per cui, una volta ritirati i due ponti levatoi di accesso, la rocca rimaneva perfettamente isolata.

Offagna (Foto: Johann Glaes Photography)

Il mastio, la torre di massimo avvistamento, è suddiviso in cinque piani: il castellano risiedeva al terzo piano (ne è prova la traccia dell’unico camino esistente in tutta la rocca). L’ingresso al mastio era situato al quarto piano, quindi a notevole dislivello. Questo era un accorgimento assai diffuso in epoca medievale: in caso di irruzione del nemico all’interno del recinto, si distruggevano le scale ed il mastio, perfettamente isolato, si preparava alla difesa ad oltranza.

Dall’alto svetta l’antica campana di allarme che si può ammirare direttamente salendo in cima alla torre, da dove si gode inoltre di un panorama mozzafiato. All’interno della Rocca è allestito un museo che mette in esposizione armi antiche, oggetti legati alla caccia e abiti d’epoca della zona.

Ai piedi della rocca il borgo ha ancora l’originaria conformazione medievale. Ad Offagna sventolano la Bandiera Arancione e la Bandiera Verde, oltre ad essere inserita  nell’associazione I Borghi più belli d’Italia.

La Rocca di Offagna illuminata dai fuochi d’artificio (Foto: Edoardo Balestra)

Da vedere in questo borgo medievale c’è la chiesa di Santa Lucia attestata già dal ‘300, che conserva al suo interno un crocifisso ligneo del ‘500 e dipinti seicenteschi mentre nella chiesa di San Tommaso si può ammirare  una pala d’altare dedicata a San Bernardino, patrono del paese.

La visita al borgo può continuare nel Museo di Scienze Naturali “Luigi Paolucci”, con interessanti raccolte paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche e nel Museo della Liberazione di Ancona, che documenta le fasi del passaggio del fronte alleato nelle Marche. 

Tipica del borgo è la crescia, una sorta di piadina cotta sulla brace, da accompagnare con le “foie de campo”, un misto di erbe spontanee a cui si può accompagnare un buon Rosso Conero.

Vuoi saperne di più sui borghi delle Marche? Non perdere MArCHESTORIE Festival

Tra il 2 e il 18 settembre 2022 prenderà il via la seconda edizione di MArCHESTORIE Racconti & tradizioni dai borghi in festa, un progetto della Regione Marche in collaborazione con AMAT e Fondazione Marche Cultura che coinvolgerà tutto il territorio marchigiano, dal mare alle montagne: antichi abitati arroccati, fortezze medievali, città meravigliose e chiese dal fascino misterioso. 

Un festival itinerante per scoprire luoghi, tradizioni, cibi e rincorrere emozioni tra spettacolo e divertimento che sarà arricchita, quest’anno, dalla direzione artistica di Pino Insegno, attore, doppiatore, regista e sceneggiatore con un’importante formazione teatrale e il coinvolgimento delle scuole chiamate ad approfondire la conoscenza e lo studio delle proprie realtà cittadine.

Il Festival dedicato ai borghi sarà in grado di offrire forme diverse di intrattenimento attraverso visite guidate, mostre, esposizioni, dimostrazioni, ricostruzioni in costume, degustazioni e offerte di prodotti tipici, tanto in ambito enogastronomico quanto in quello artigianale, assieme all’insostituibile tradizione immateriale del racconto, vero cuore della manifestazione.

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