I luoghi di Dante nelle Marche: sulle orme del Sommo Poeta

Dante Alighieri, nel suo viaggio ultraterreno, percorre idealmente con i suoi versi tutta l’Italia, ricordando storie, descrivendo luoghi e dando forma alle caratteristiche dei suoi personaggi anche attraverso il loro contesto.

Nell’anno dedicato alle celebrazioni dantesche per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, vogliamo ripercorrere i luoghi delle Marche citati nella sua Divina Commedia, attraverso un itinerario che parte dal silenzioso eremo di Fonte Avellana, fino ai confini con il Regno, parafrasando lo stesso Dante, oggi rappresentati dalla vivace città di San Benedetto del Tronto.

Seguite le orme del grande poeta, padre della letteratura italiana, in questo itinerario che attraversa in 11 tappe la regione Marche.

Eremo camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana

Il nostro viaggio parte da un territorio molto suggestivo: il Montefeltro. Questa regione storica si estendeva fra le Marche, l’Emilia-Romagna e la Toscana, unite da un territorio molto simile dal punto di vista della vegetazione e della morfologia. Qui si trova l’ Eremo camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, circondato da rigogliose faggete alle pendici del Monte Catria, scenario naturalistico ideale per numerose escursioni. Il monastero, cantato dal Sommo Poeta nel Paradiso attraverso la figura di San Pier Damiani, ispiratore della congregazione dei camaldolesi, è aperto al pubblico. I visitatori possono ammirare all’interno del luogo sacro lo scriptorium e il chiostro, oltre ai 7 mila volumi della biblioteca, l’orto botanico e l’antica farmacia, dove acquistare prodotti naturali della tradizione. 

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Gradara

Spostiamoci dall’entroterra e raggiungiamo Gradara. Chi non conosce la storia sfortunata del grande amore di Paolo e Francesca? I versi sono ormai parte della nostra cultura, riprodotti in canzoni, citati da grandi e piccini, immortalati in memorabili quadri. La storia dei due giovani si è svolta in un luogo da sogno, perfettamente restaurato, che conserva ancora oggi tutto il fascino che possedeva allora.

La Rocca di Gradara e il suo castello. Foto di Giacomo Baldoni.

Una visita alla Rocca permette di entrare all’interno delle stanze abitate da Francesca da Rimni, vedere la botola dalla quale entrò Gianciotto, il marito di Francesca, sorprendendo i due amanti in flagrante, e immedesimarsi profondamente nella loro storia. La Rocca e tutto il castello di Gradara, circondato da mura merlate sulla cima di una collina, si trova ai piedi del rigoglioso Parco San Bartolo, una riserva naturale a picco sul mare Adriatico, l’Ideale per chi ama la natura ma che apprezza anche cultura e tradizione.

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Fiorenzuola di Focara e Parco San Bartolo

All’interno del Parco, infatti, si trovano tanti piccoli borghi affacciati sul mare di straordinaria bellezza. Uno fra questi, Fiorenzuola di Focara, rappresenta la seconda tappa del nostro viaggio. Dante lo ricorda citando nel canto XXVIII dell’Inferno una delle sue caratteristiche: il vento di Focara.

Il borgo di Fiorenzuola di Focara. Foto Parco San Bartolo

Le sue parole sono impresse sulla porta d’ingresso del borgo, dalla quale si sale verso il suggestivo centro storico fino al balcone strepitoso sul mare. Intorno a Fiorenzuola, una serie di percorsi naturali permettono di godere della bellezza del luogo, come il “Sentiero dell’amore” con affacci mozzafiato.  

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Fano

A Fano ci attende la storia di Jacopo del Cassero, condottiero fanese citato da Dante nel Purgatorio, dove troviamo una delle prime letture storico-geografiche della regione Marche: “quel paese che siede tra Romagna e quel di Carlo”, la Romagna e il regno di Carlo II D’Angiò. Le spoglie del condottiero riposano nella Chiesa di S. Domenico, dov’è affisso un epitaffio in marmo ispirato ai versi danteschi. 

Fano. Foto di Massimo Radi

Fano, città della Fortuna, è una vivace località costiera con una storia culturale che la riporta sino ai romani (Fanum Fortunae). Sapevate che le mura della città sono seconde per lunghezza solo a quelle di Roma? La città possiede anche una frizzante anima marinara che si riscopre nella zona del porto, nel quartiere dei pescatori “El Gugul” e nei suoi deliziosi piatti tradizionali di pesce.

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Jesi

Jesi è legata al Sommo Poeta perché proprio qui, nell’estate del 1472, venne pubblicata la prima edizione a stampa della Commedia, per mano del tipografo jesino Federico Dé Conti, il primo in assoluto a concepire l’idea di dare alle stampe l’opera dantesca. La città è famosa per aver dato i natali al grande Federico II, lo Stupor Mundi, al quale è dedicato il nuovissimo Museo che permette di percorrere un viaggio a 360°, multisensoriale, del grande politico e condottiero.

Jesi. Foto di Maurizio Paradisi

Lasciatevi trasportare fra le stradine del centro storico, ammirate il Teatro Pergolesi, dedicato al grande compositore marchigiano, e fatevi travolgere dall’inebriante aroma del Verdicchio dei Castelli di Jesi.

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Senigallia

Torniamo sulla costa per seguire le orme di Dante attraverso San Pier Damiani. Si pensa che il monaco abbia viaggiato lungo la costa marchigiana attraversando la splendida località di Senigallia, ricordata da Dante per la sua caducità terrena, per poi raggiungere Loreto e il Conero.

Rotonda a mare e spiaggia di velluto. Foto di William Pettinelli

Senigallia è una meta d’obbligo per chi ama il mare e l’atmosfera delle vacanze all’insegna del relax e del divertimento. Ma offre anche molto di più: la splendida Rocca Roveresca, sede di numerose mostre temporanee, il delizioso centro storico, con i rinomati ristoranti, e l’elegante rotonda sul mare, simbolo della “Spiaggia di Velluto”, 13 km di spiaggia di sabbia bianca adatta per tutte le età.

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Loreto e la Santa Casa

Il Santuario della Santa Casa di Loreto è il simbolo della spiritualità marchigiana. Qui i pellegrini da tutto il mondo vengono a visitare la Casa della Vergine Maria, dove ella nacque, crebbe e ricevette l’Annunciazione.

Loreto. Foto di Ionut Burloiu

La Basilica è una meravigliosa chiesa fortificata, una delle poche in Europa, e custodisce uno scrigno di marmo splendidamente decorato che conserva all’interno l’originaria casa in mattoni della Madonna, che la tradizione vuole sia stata trasportata fino a qui dagli angeli. 

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Portonovo e Riviera del Conero

Spostando lo sguardo verso la costa troviamo la lussureggiante Riviera del Conero e in particolare la baia di Portonovo. Un’insenatura verde nel blu cristallino delle acque che qui sono limpide e inserite in uno scenario di rara bellezza. In una zona più riparata della baia sorge la chiesa di Santa Maria di Portonovo, proprio a pochi metri dal mare.

La baia di Portonovo. Foto di Federico Stella

La struttura è un bellissimo esempio di architettura romanica nelle Marche e nel vestibolo della chiesa una lapide ricorda proprio i versi che Dante dedica a San Pier Damiani ricordandone il passaggio: 

« In quel loco fu’ io Pier Damiano,

e Pietro Peccator fu’ ne la casa

di Nostra Donna in sul lito adriano. »

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Urbisaglia

Volgendo lo sguardo nuovamente verso l’entroterra ci imbattiamo in Urbisaglia, sulle splendide colline marchigiane che digradano dai monti verso il mare.

Il parco archeologico Urbs Salvia

Il borgo, in epoca romana, dove veniva chiamato Urbs Salvia, era un importantissimo snodo commerciale e per questo motivo sono tanti gli edifici e le architetture monumentali che vi furono costruite: il teatro e l’anfiteatro romano, il borgo stesso che, fortificato è arrivato anch’esso fino a noi. La città è ricordata da Dante nella sua Commedia come simbolo della caducità della nostra vita terrena, proprio come Senigallia.

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Fermo

Alta sulla cima di un colle si erge elegantemente la città di Fermo, ricordata da Dante per la particolare cadenza dialettale della sua popolazione.

Duomo di Fermo. Foto di Tommaso Cimarelli

Qui la cultura si trova in ogni angolo: dalla straordinaria Sala del Mappamondo e l’Adorazione dei Pastori del Rubens, custodite nella pinacoteca civica, fino al colle del Girifalco con l’imponente Cattedrale dell’Assunta. Non dimentichiamo di citare il maestoso Teatro dell’Aquila e le misteriose Cisterne romane che si snodano sotto la città, aperte ai visitatori.

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San Benedetto del Tronto

Il nostro viaggio termina idealmente a San Benedetto del Tronto, dove il Fiume Tronto traccia storicamente il confine materiale delle Marche, menzionato da Dante nel Paradiso per indicare le terre su cui avrebbe governato il Re franco Carlo Martello.

Alba sulla Riserva Naturale Sentina. Foto di Giuseppe Pignotti

Qui la riviera delle Palme accoglie il visitatore in un tripudio di colori e sapori: la splendida passeggiata circondati da migliaia di palme, la spiaggia bianca adatta a vacanze in famiglia ma anche a sport acquatici, come il rafting sul Fiume Tronto, il delizioso brodetto alla sambenedettese e il Museo del Mare, custode dell’antica tradizione marinara della città.

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