Raccontaci un museo: gli antichi mestieri della strada a Massa Fermana

Per il concorso Raccontaci un museo, tanti appassionati ci hanno raccontato opere d’arte e spazi espositivi delle Marche. Noi abbiamo deciso di pubblicarli tutti! Se nel post precedente eravamo dentro a Palazzo Ducale di Urbino, sede della Galleria Nazionale delle Marche , in provincia di Pesaro e Urbino, oggi siamo nella zona della provincia di Fermo per conoscere il borgo di Massa Fermana e i suoi particolari musei.

Questo paese incastonato tra il Mare Adriatico e in Monti Sibillini, ha un castello antico di origine medievale che era anticamente un baluardo per resistere alle incursioni nemiche. da sempre in questo borgo, l’artigianato è sempre stata una grande forza e dai documenti storici ritrovati, risulta che l’attività di produzione di cappelli veniva esercitata già nel 1700.

Scorci di Massa Fermana (FM), foto da Instagram

Scorci di Massa Fermana (FM), foto da Instagram

Ma oltre al cappello, tanti erano gli artigiani che mettevano a disposizione le loro mani sapienti per creare oggetti. Siete curiosi di scoprirli? Gelsomina Mori, ci ha inviato questo post per raccontarci il Museo degli Antichi Mestieri della strada di Massa Fermana e lo descrive con parole appassionate:

 È lì, nascosti nel sottoscala della chiesa di Massa Fermana, che trovi i resti, ad oggi un vero tesoro, di un lungo tratto di storia e di passioni: un’antica cantina, ripostiglio ordinato e curato, dove albergano le orme di un tratto della nostra cultura contadina, ad oggi uno scrigno prezioso dell’umanità.

Ed ecco come Gelsomina entra nei particolari e ci descrive questo pezzo di storia dove ritroviamo le origini non solo marchigiane, ma dell’Italia intera!

Il Museo degli Antichi Mestieri non è solo una raccolta di cose vecchie, restaurate e ben tenute, ma una vera antologia dell’artigianato marchigiano, a sua volta pilastro dell’economia italiana: visitandolo, non si pensa ad una raccolta di oggetti, residui di un passato vecchio ed obsoleto, passione per amanti di antiquariato, ma un vero backup del tempo che fu.
Io ci ho visto un’epoca, non lontana dalla nostra, in cui la vita si muoveva in un ingranaggio molto  più semplice del nostro, meno articolato e complesso, ma non per questo carente.
E così ho provato anche io a fare un giro in bicicletta per raggiungere il borgo e mettermi all’angolo del bottegaio ad aspettare i contadini che a fine serata, oramai a chiusura della giornata lavorativa nelle campagne, si avvicinano al barbiere ambulante per farsi radere la barba e tagliare i capelli, in cambio di un paio di uova fresche o di una fiaschetta di vino, manna del contadino trasportata nel cestino diligentemente appeso al manubrio della bicicletta.

La bici del barbiere al Museo degli Antichi Mestieri di Massa Fermana (FM)

La bici del barbiere al Museo degli Antichi Mestieri di Massa Fermana (FM)

Veniva da lontano, il barbiere, pedalava per chilometri e nella sua bici trasportava tutto ciò di cui aveva bisogno, né più ne meno di ciò che oggi un barbiere tiene stipato nel suo negozio, incluso il suo ombrello per ripararsi da improvvisi rovesci d’acqua, ed una lampada ad olio per affrontare il buio sulla via del ritorno.
Un tempo, nello svolgere il proprio mestiere si era autosufficienti, essenziali ed efficaci: perché l’era moderna ha avuto bisogno di strumenti sempre più numerosi e complicati?
E magari, lungo la strada terrosa delle campagne, non priva di buche e crepe, dove il barbiere pedalava dimenandosi in acrobazie di equilibrio, pendolare d’altri tempi del suo pane quotidiano, incrociava il lattaio sulla via del  ritorno: il lattaio doveva raggiungere le case di buon’ora, quando la giornata stava per avviarsi ed il latte doveva già essere pronto sulla tavola della cucina, e perché questo potesse avvenire, il lattaio doveva alzarsi prestissimo, mungere le sue mucche e mettersi in viaggio.

LATTAIO

La bicicletta del lattaio al Museo degli Antichi Mestieri della strada a Massa Fermana (FM)

Colleghi di lavoro sulle strade della loro terra, come il ciabattino, anche lui in bici, forse pensieroso perché di scarpe buone da riparare ce n’erano davvero poche in giro, erano quelle per la messa della domenica, per le feste, per i funerali, per un’intera vita, passate da padre in figlio, di fratello in fratello.
Ma a lui bastava poter rimediare un tozzo di pane da portare a casa dove lo attendeva la famiglia.

La bicicletta del ciabattino al Museo degli Antichi Mestieri di Massa Fermana (FM)

La bicicletta del ciabattino al Museo degli Antichi Mestieri di Massa Fermana (FM)

Quanti orologi ci sono nelle nostre case?
Tanti, un numero in continuo aumento, orologi nuovi per ogni stagione, per ogni epoca; un orologio per ogni moda e per ogni look. Anche un tempo avevano la sveglia, una per ogni casa, una per 2 o anche 3 generazioni, una sveglia per tutta la gente, numerosa, di ciascuna famiglia.
La sveglia era preziosa e andava custodita con massima cura, cura che partiva dalla casa dove ogni sera il capo famiglia dava la ricarica a mano: erano sveglie meccaniche che richiedevano manutenzione e per questo esisteva l’orologiaio, per lui esisteva il tempo contro pane, tempo contro farina, tempo contro cibo.

La bicicletta dell'orologiaio il Museo degli Antichi Mestieri della strada di Massa Fermana (FM)

La bicicletta dell’orologiaio il Museo degli Antichi Mestieri della strada di Massa Fermana (FM)

Credo amasse la propria vita, la gente di un tempo e chi poteva, si ritagliava spicchi di serenità e relax che li teneva lontani dai problemi di ogni giorno, magari durante le festività comandate, o nelle domeniche pomeriggio, quando era bello ritrovarsi in riva al lago per fare merende sane, portando le bambine del gruppo in villeggiatura, la loro bambolina preferita!

Il Museo degli Antichi Mestieri della strada a Massa Fermana (FM)

Il Museo degli Antichi Mestieri della strada a Massa Fermana (FM)

E così via, si ritrovano i resti di tutti i mestieri di una volta, ma anche del modus vivendi, meticolosi antenati delle nostre industrie moderne, mestieri che restituivano vita ad oggetti e strumenti della casa, in nome della cura che si aveva per le cose, in virtù di una preziosità che le cose acquisivano nel tempo, man mano che affiancavano la storia di una famiglia.

Dopo il racconto poetico di Gelsomina, vi sveliamo il museo con questo video realizzato dal consorzio Massa Fermana

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