Ascoli Piceno: la mostra di Tullio Pericoli

Tullio Pericoli artista marchigiano legato alla sua terra viene celebrato dalla città di Ascoli Piceno con una mostra personale a Palazzo dei Capitani.

La mostra 

L’arte come simbolo di rinascita, come mezzo per celebrare un territorio e i suoi valori. La mostra “Tullio Pericoli. Forme del paesaggio. 1970-2018” a Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno è proprio una delle testimonianze della vivacità intellettuale di questa terra. L’esposizione curata da Claudio Cerritelli, dal 22 marzo 2019 al 3 maggio 2020, attraverso una selezione di 165 opere, è un viaggio nelle mutazioni che l’immagine della natura ha assunto nel corso del tempo nell’opera dell’artista.

E proprio a partire dalla frattura, fisica e sentimentale, rappresentata dal recente evento sismico, Tullio Pericoli ha scelto di costruire un percorso a ritroso nel tempo, che dal presente risale attraverso l’evoluzione della sua arte, dalle attuali frammentazioni visionarie alle originarie esplorazioni geologiche. La mostra è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che da sempre è attenta all’arte  e alla cultura, in particolare alle opere di Tullio Pericoli.

Nel corso della sua ricerca pittorica, Tullio Pericoli ha esplorato tantisisme forme di paesaggio, così come tante sono le interpretazioni della sua arte, dai primi anni Settanta ad oggi. Per capire meglio la mostra basta leggere queste parole:

“Guardare un volto fino a pensarlo come se fosse un paesaggio, raccontandone gli smottamenti, le frane, i cedimenti, le anse, i solchi, i dossi e le rovine» (Tullio Pericoli, Strade interrotte) ”. 

Una mostra da non perdere per la graffiante armonia dei paesaggi, per la dolcezza dei colori e per la vivacità del segno unico dell’artista!

Una delle opere di Tullio Pericoli

Una delle opere di Tullio Pericoli

Il percorso espositivo 

La sala che apre il percorso della mostra è dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici dovuti agli eventi sismici: forme dissestate, movimenti tellurici del segno come del colore, immagini restituite in tutta la loro drammatica fragilità.

Il percorso della mostra continua con l’esplorazione di nuove morfologie paesaggistiche, evidente nelle opere del periodo 1998-2009 che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, vanno progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre.

Sempre seguendo l’allestimento, l’esposizione continua con la fase 1976-1983, che pone in evidenza un diverso trattamento del tema paesaggistico attraverso vedute luminose e la delicatezza degli acquerelli, chine e matite su carta, spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture. La mostra termina con un ritorno alle origini dell’opera artistica di Tullio Pericoli, che si identifica nel ciclo delle “geologie” (1970-1973), costituito da immagini stratificate, sezioni materiche, strutture sismiche.

Le opere di Tullio Pericoli ad Ascoli Piceno

Le opere di Tullio Pericoli ad Ascoli Piceno

L’artista

Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) nel 1936. Dal 1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e disegnatore. A partire dagli anni ’70 collabora con la rivista «Linus»,  il «Corriere della Sera»  e il settimanale «L’Espresso». Intanto espone le sue opere a Milano, Parma, Urbino e presso l’Olivetti di Ivrea. Realizza i disegni per l’edizione del volume Robinson Crusoe per l’Olivetti e, nel 1985, li espone a Milano (presso il Padiglione di Arte Contemporanea), Bologna, Genova e Roma. Dal 1984 collabora con «la Repubblica».

Negli anni Ottanta assieme ad serie di pubblicazioni, proseguono le personali dell’autore, che espone a Milano, Parigi e Monaco. Riceve il Premio Gulbransson dall’Olaf Gulbransson Museum di Tegernsee (1993) e presenta una mostra dal titolo Il tavolo del re ospitata al Gulbransson Museum e poi a Bamberg, Francoforte e New York. Dagli anni Novanta in poi si avvicina al teatro disegnando scene e costumi per l’opera L’elisir d’amore di Donizetti che va in scena a Zurigo.

Cura diversi allestimenti teatrali in Italia e in giro per l’Europa. Nel 2012 le Cartiere Vannucci di Milano ospitano Moby Dick, la mostra che espone le opere dal 2008 al 2012 e nello stesso anno i paesaggi dipinti da Pericoli entrano in relazione con quelli fotografati da Giacomelli nella mostra Graffiature. I paesaggi di Tullio Pericoli e Mario Giacomelli, alla Rocca Roveresca di Senigallia. Nel 2013 esce per Adelphi il volume antologico I paesaggi. Una parte delle opere contenute nel volume costituiscono una mostra ospitata dal MART di Rovereto l’anno successivo.

Nel 2014 l’artista espone al MAG di Riva del Garda,  allo Spazio Don Chisciotte di Torino, alla Galleria Paggeriarte di Sassuolo e infine al Museo della Grafica di Pisa. Negli anni l’artista continua ad esporre in giro per il mondo e in Italia: a Tokyo, all’Istituto Italiano di Cultura, nell’ambito della Biennale del disegno di Rimini,  al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo fino alla mostra del 2018 presso il Museo Etrusco di Murlo, Linee di terre.

Tullio Pericoli

Tullio Pericoli

La città di Ascoli Piceno

Ascoli Piceno è un’opera d’arte e allora quale migliore occasione di visitare la città di travertino riempiendosi gli occhi di bellezza? Da Piazza del Popolo al Palazzo dei Capitani, tra un bicchiere di anisetta e un’oliva ascolana, i profumi, i sapori, i colori e le forme di questa città vi invaderanno l’anima. In ogni angolo della città si respira cultura, si assaporano le tradizioni e si vive l’anima del luogo, ricco di fascino.

Ma che cos’ha di tanto speciale questa città? Ascoli è edificata sul travertino, ovvero un particolare marmo che si trova nel territorio e che offre scenari davvero unici. Piazza del Popolo è considerata una della più belle d’Italia, e non è possibile andare ad Ascoli senza ammirarla. In stile rinascimentale, è letteralmente incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali con portici e merlature. Tutta la pavimentazione è in lastre di travertino che, dopo la pioggia, assumono un suggestivo effetto a specchio.

E il travertino, ad Ascoli, dal periodo umanistico è diventato “parlante”, grazie all’incisione sugli architravi delle porte dei palazzi di frasi, motti e proverbi, colti o dettati dalla saggezza popolare, religiosi o irriverenti, in latino e in volgare. Oggi se ne possono leggere oltre cento, in una sorta di vero e proprio testo che si può leggere lungo le ‘rue’ del centro storico. Una città da ammirare, da scoprire in occasione della mostra.

Leggi anche: Ascoli Piceno: cosa vedere, scoprire, fare e assaggiare

Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno

Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno

Info utili

 

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