10 Case Museo da non perdere nelle Marche

Le Marche sono un vero e proprio museo diffuso, una rete fitta di itinerari senza fine che collegano centinaia di città d’arte e borghi storici.

Nel corso dei secoli centinaia di artisti, dai più famosi ai meno noti, hanno lasciato il loro segno indelebile all’interno dei confini regionali contribuendo all’evoluzione artistica e culturale che tutt’ora rende la Regione Marche celebre in tutto il mondo.

Abbiamo l’enorme fortuna di aver visto nascere pittori, scultori, scrittori, poeti, musicisti, compositori e architetti e grazie a loro e ai loro eredi, alle associazioni, a privati e alle amministrazioni molte delle loro case natali ora brillano di luce propria diventando Case Museo, dando al visitatore la possibilità di comprendere tutto il percorso artistico partendo da dove tutto è nato.

Vi proponiamo quindi sotto, 5 case museo di artisti nelle Marche.

Osvaldo Licini, Amalassunta R
Osvaldo Licini, Amalassunta R

Dal 900 al rinascimento, un itinerario a ritroso nelle case museo degli artisti delle Marche

1. Casa Museo di Raffaello Sanzio (1483 – 1520) a Urbino (PU)

Raffaello Sanzio fu un grande pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento italiano.

La casa oggi museo è il luogo in cui nacque Raffaello, a Urbino nel 1483, venne costruita nel XIV secolo e dal 1460 vi visse Giovanni Santi, padre del celebre pittore, a sua volta pittore professionista ed anche poeta.
Nel 1637 l’edificio, dopo vari passaggi, venne acquistato e riunito da Muzio Oddi, architetto locale, e nel 1873 divenne sede dell’Accademia Raffaello.

Nel primo piano è stato arredato con mobilio d’epoca, che dà l’idea della casa-museo. Nel salone principale vi è un pregevole soffitto ligneo policromo a cassettoni e vi sono stati collocati dei dipinti di Giovanni Santi; nelle stanze adiacenti troviamo altri dipinti contemporanei, riproduzioni di tavole dello stesso Raffaello e la cucina com’era al tempo. Tra tutte più interessante è a stanza da letto dove forse il pittore nacque, con la Madonna di Casa Santi, una Madonna col Bambino attribuita al giovanissimo Raffaello.

Sempre al primo piano un cortiletto tipico urbinate con pozzo e la pietra dove la tradizione vuole si macinassero le pietre per i colori della bottega, situata al piano terra.

Altre opere esposte sono un disegno di Raffaello, un altro attribuito a Bramante e una raccolta di ceramiche rinascimentali urbinati, famose in tutto il mondo. Al secondo piano aveva sede l’Accademia, che conserva oggi in altro luogo una biblioteca di manoscritti ed edizioni rare; infatti qui, oltre a una serie di copie di dipinti del “divin pittore” ha lasciato una raccolta di monete e di ritratti del XIX secolo, che ne documentano la storia e la fondazione.

Nella “Bottega di Casa Santi” l’Accademia organizza quasi senza interruzione piccole mostre di arte moderna e contemporanea, quasi sempre in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti.

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2. Casa Museo di Giacomo Leopardi (1798 – 1837) a Recanati

Giacomo Leopardi è ritenuto il maggior poeta dell’Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale.

Casa Leopardi a Recanati è la dimora natale di Giacomo e antica residenza della sua famiglia. Un luogo ancora vivo, tuttora abitato dai suoi discendenti, dove scoprire l’anima del poeta, immergersi nelle sue liriche e riviverne l’emozione grazie ai percorsi di visita disponibili.

Da visitare la Biblioteca dove sono raccolti oltre 20000 volumi in gran parte consultati da Giacomo, un museo e l’abitazione. Dal 2020 sono aperti al pubblico per la prima volta parte del piano nobile e gli appartamenti dove Giacomo Leopardi abitò assieme ai suoi fratelli. Un accurato restauro, ha riportato questi spazi all’antico splendore.

Il palazzo leopardi di Recanati si affaccia sulla piazzuola che prende nome da una famosa lirica di giacomo, “il sabato del villaggio”.

L’attuale sua struttura non colpisce per una particolare grandiosità, ma per le sue linee semplici e signorili che si devono alle modifiche architettoniche eseguite nella prima metà del Settecento dall’architetto Carlo Orazio Leopardi, prozio del poeta. L’intero primo piano, sopra le vecchie cantine, è occupato dalla famosa biblioteca. Per accedervi si sale un ampio scalone settecentesco, sulle cui pareti sono murati alcuni reperti archeologici raccolti da Monaldo Leopardi.

Negli altri lati della famosa piazzuola sorgono la chiesa di S. Maria di Montemorello, costruita da Pier Niccolò Leopardi nella seconda metà del Cinquecento e l’edificio delle scuderie che un tempo ospitava nei piani superiori alcune famiglie di domestici, fra cui quella di Teresa Fattorini, celebrata dal Poeta nel famoso canto “A Silvia”.

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3. La Casa Museo di Gaspare Spontini (1744 – 1851) a Maiolati Spontini (AN)

Gaspare Spontini musicista e compositore è uno dei protagonisti della scena musicale europea del XIX secolo. Compose molte opere musicali e musica di scena per diversi lavori teatrali. Visse tra Italia, Parigi, Berlino, ritornò nella sua Maiolati negli ultimi mesi di vita. 

Il museo é ubicato a Maiolati Spontini nella casa voluta da Gaspare Spontini dove ha trascorso, con la moglie Celeste Erard, gli ultimi mesi della sua vita. Questi elementi fanno della Casa Spontini un cimelio. Dopo diversi usi, nel 1951in occasione del I° centenario della morte, fu istituito Archivio, Biblioteca, Museo che ha raccolto quello che era rimasto dell’antica dotazione dell’abitazione del compositore.

Nei tre piani della casa sono raccolti partiture autografe, epistolari, edizioni a stampa della musica spontiniana, cimeli, quadri, parte dell’arredamento originario dell’epoca, l’archivio e una biblioteca a carattere musicale. Nel primo piano, quello più interessante, l’esposizione cerca di replicare anche la storia del maestro; infatti, al periodo italiano, seguono quelli francese e prussiano degli anni di Berlino.

Una sala è dedicata a Celeste Erard, sono esposti due strumenti di Gaspare Spontini, un fortepiano a coda ed un altro a tavolo, costruiti dai fratelli Erard a Parigi nel 1820 e alcuni bozzetti di gusto neoclassico. Nel secondo piano sono raccolti oggetti appartenuti al musicista. L’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini è un ambiente vivo e ben collegato con altri Istituti a carattere musicale europei. 

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4. La casa museo di Osvaldo Licini (1894 – 1958) a Monte Vidon Corrado (FM)

Osvaldo Licini è stato un pittore e scrittore, uno dei più importanti artisti italiani del XX secolo.

La Casa museo di Osvaldo Licini è nella casa natale di Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado.

Vi sono conservati oggetti, abiti, arredi appartenuti all’artista e sua moglie, la pittrice svedese Nanny Hellström. Il restauro ha conservato l’atmosfera di “laboratorio d’arte sperimentale”, come definiva la sua casa Licini stesso, lasciando intatto il vissuto artistico del luogo.

L’edificio settecentesco è strutturato su tre livelli: i sotterranei la cantina, utilizzata da Licini come laboratorio artistico e come ripostiglio; al piano terra vi è la zona giorno con un ampio ingresso, un salone, la cucina e una stanza dove l’artista custodiva ed esponeva le sue opere.

Accedendo al piano superiore sul soffitto si scorge la pittura murale con temi celesti realizzata da Licini verso la metà degli anni Quaranta, sui toni freddi dell’azzurro e del grigio.

Al secondo piano si trova la zona notte e lo studio con i cavalletti, i colori, la scrivania ancora macchiata di colori; le camere da letto e il bagno. Da qui si aprono molte finestre sul paesaggio collinare, continua fonte d’ispirazione per l’artista. La camera di Licini è in stile costruttivista, sulla parete a cui è addossato il letto c’è un’archipittura strutturata su di un modulo triangolare bianco, contornato di arancio su fondo nero, esempio di quell’astrattismo geometrico da lui praticato soprattutto nel corso degli anni Trenta del Novecento.

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5. Il laboratorio Museo di Aldo Sergiacomi (1912 – 1944) a Offida (AP)

Aldo Sergiacomi, famoso scultore, che operò prevalentemente sul territorio marchigiano e abruzzese.

Il laboratorio a Offida (divenuto Laboratori Didattici Museo Aldo Sergiacomi) appartenuto allo scultore dal 1930 alla sua morte, ampliato con altre sale è stato restaurato da Licia Antimiani, vedova dello scultore, che lo ha trasformato in museo nel 1998.

Il Museo si compone di quattro sale all’interno delle quali, pur rispettando il carattere originario dato dalla fondatrice, le opere sono state esposte seguendo un criterio tematico. Ogni sala, come una piccola galleria, contiene disegni preparatori, gessi, oggetti in terracotta, in bronzo e fotografie dei lavori in marmo. La prima sala è di carattere biografico con opere realizzate prevalentemente per l’arredo dell’abitazione dello scultore, insieme ai ricordi personali. Vi sono rappresentate tutte le tecniche e le tipologie di lavorazione.

Nella seconda sala si è mantenuto il tema originario “Dall’Idea alla Realizzazione” che ripercorre l’attività scultorea dell’artista dall’ideazione al prodotto finito.

La terza sala mostra i bozzetti per la chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Teramo per la quale Sergiacomi realizzò tutta la decorazione: tre porte, la via crucis, gli altari e le statue. Qui è conservata anche la piccola biblioteca dell’artista.

La quarta sala è quella del laboratorio vero e proprio rimasto intatto dal giorno della morte dell’artista con il tavolo e gli attrezzi da lavoro. Vi sono stati aggiunti i bozzetti della porta della Cattedrale di Fermo e le opere eseguite per le città di Offida, Loreto ed Ascoli.

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